Montano le proteste tra docenti e personale ATA dopo la firma dell’accordo per il rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca 2022-2024. Sui social, centinaia di commenti esprimono rabbia e delusione per aumenti giudicati “miseri” rispetto all’inflazione e al costo della vita: neppure 50 euro netti sui minimi stipendiali (clicca qui per visionare le tabelle complete in esclusiva).
Il personale scolastico è infuriato contro i sindacati firmatari del contratto: nel mirino CISL Scuola, UIL Scuola, Gilda, ANIEF e le altre sigle accusate di aver tradito docenti e ATA.
«Si firma un contratto che certifica la perdita del potere d’acquisto», scrive un insegnante. «Oggi con il nostro stipendio ci paghi l’affitto, la spesa e le bollette. Se continuano così, tra cinque anni dovremo scegliere cosa pagare».
Molti sottolineano la sproporzione tra i dati Istat e gli aumenti contrattuali: «Tra il 2021 e il 2024 il costo della vita è aumentato del 17%. Quello che ci danno è solo un parziale recupero, non un vero miglioramento».
“Mi aumento da solo: ho revocato la delega al sindacato”
Tra i commenti più condivisi emerge un messaggio simbolo della protesta: «Ho già stampato e imbustato la mia revoca al sindacato, così mi aumento da solo l’aumento da morti di fame che ci hanno regalato questi sindacati venduti».
Una frase che riassume il clima di sfiducia verso le sigle firmatarie. In molti, citando il modulo pubblicato online, invitano colleghi a «disdire l’iscrizione al sindacato» per ottenere “un aumento più cospicuo” grazie alla cessazione della trattenuta sindacale in busta paga.
“Mentre a loro aumentano lo stipendio, a noi le briciole”
Diversi commenti puntano il dito contro la disparità tra stipendi pubblici di vertice e retribuzioni scolastiche: «Mentre Brunetta si aumenta lo stipendio da 250.000 a 310.000 euro, a noi danno aumenti da fame. Maledetti mangia pane a tradimento».
Altri parlano di “accordi sottobanco” con il governo: «La CISL ha sottoscritto apertamente accordi con il governo, a loro basta potersi sedere al tavolo».
“Il 28 novembre porteremo i nostri cedolini come volantini”
La protesta non resta solo online. Diversi gruppi annunciano la partecipazione allo sciopero generale del 28 novembre proclamato da USB, con un gesto simbolico: «Porteremo i nostri cedolini come volantini».
Un segnale di una categoria sempre più esasperata, che si sente abbandonata da sindacati e istituzioni.



