Nel pieno delle audizioni sulla Manovra 2026, la voce degli industriali metalmeccanici piemontesi arriva forte e chiara. Antonio Casano, presidente di Unionmeccanica Confapi Torino, chiede al Governo una strategia industriale stabile e una politica fiscale che accompagni davvero la transizione digitale e sostenibile.
“Il settore meccanico ha bisogno di certezze, non di incentivi a tempo” — spiega Casano nell’intervista concessa a margine dei lavori parlamentari. Un messaggio che sintetizza l’inquietudine delle imprese di fronte a misure fiscali giudicate ancora troppo temporanee e frammentarie.
“L’iperammortamento è un segnale positivo, ma serve continuità”
Commentando le misure inserite nella Manovra, Casano riconosce alcuni passi avanti:
“L’iperammortamento per gli investimenti 4.0 e 5.0 è sicuramente un segnale positivo. Include macchinari e software, favorisce il risparmio energetico e sostiene la transizione digitale”, afferma.
Tuttavia, il presidente di Unionmeccanica evidenzia subito il limite principale della misura: “È limitato al solo 2026 e subordinato a un decreto attuativo: questo rende difficile per le imprese pianificare investimenti con una visione strategica”.
Per Casano, il problema non è la direzione della politica industriale, ma la sua durata. Senza una prospettiva pluriennale, le aziende rinviano o riducono gli investimenti.
“Il credito d’imposta è più inclusivo e aiuta tutta la filiera”
Alla domanda su quali strumenti siano più efficaci per sostenere il comparto, Casano non ha dubbi: “Il credito d’imposta è una leva più inclusiva. Non è vincolato alla presenza di utili e può sostenere anche le imprese che operano in equilibrio precario ma vogliono innovare, ristrutturare o rilanciarsi”.
Il presidente sottolinea che si tratta di uno strumento capace di parlare “a tutta la filiera meccanica, non solo alle realtà più strutturate”. È questa, secondo Unionmeccanica, la chiave per una politica industriale equa e capillare, che non lasci indietro le PMI — cuore produttivo del tessuto metalmeccanico italiano.
“Serve una visione triennale, non interventi spot”
Il messaggio al Governo è diretto e concreto. “Chiediamo che l’iperammortamento venga esteso su base triennale e reso operativo dal 1° gennaio 2026”, spiega Casano.
Ma la richiesta non si ferma qui: “È fondamentale rafforzare il credito d’imposta come strumento centrale per la transizione digitale e sostenibile. Così come riproporre una moratoria sui debiti contratti con le banche, riprendendo quanto attuato con il decreto ‘Cura Italia’”.
Secondo Casano, il settore meccanico rappresenta una colonna portante dell’economia italiana, e per questo “servono misure stabili con un arco temporale di almeno tre anni, non interventi spot”.
La prevedibilità delle politiche economiche, sottolinea, è oggi il vero incentivo: solo così le imprese potranno pianificare investimenti e occupazione senza incertezze.
“La meccanica italiana è pronta a collaborare, ma serve una visione di lungo periodo”
Nella parte finale dell’intervista, Casano lancia un messaggio di fiducia e responsabilità condivisa:
“Il nostro comparto ha dimostrato resilienza, capacità di adattamento e innovazione. Ma senza una visione industriale di lungo periodo rischiamo di perdere competitività”.
Il presidente di Unionmeccanica Torino ribadisce la disponibilità del settore al dialogo istituzionale: “Noi siamo e saremo sempre pronti a collaborare con le istituzioni per costruire un futuro solido per la meccanica italiana”.
Un appello, quello di Casano, che richiama l’urgenza di stabilità, coerenza e fiducia per un settore che continua a essere il motore della manifattura nazionale, ma che chiede alla politica una rotta chiara e duratura.



