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Buoni Pasto a Docenti e ATA: Seconda Approvazione in Parlamento. Ecco Cosa Manca all’Assegnazione

Per la seconda volta in meno di dodici mesi un ramo del Parlamento torna a discutere dei buoni pasto per docenti e personale ATA.

La 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica e beni culturali) del Senato ha approvato l’ordine del giorno G/1689 Sez. I/2/7, presentato dai senatori Gaudiano, Pirondini, Floridia e Aloisio, che impegna il Governo a valutare l’inserimento del beneficio nel CCNL 2025-2027 del comparto Istruzione e Ricerca.

L’iniziativa, sostenuta dal presidente ANIEF Marcello Pacifico, è stata rilanciata in questi giorni come una “vittoria” sindacale, ma rischia di essere soltanto una replica di quanto già accaduto un anno fa, senza risultati tangibili. Vediamo perchè.

L’odg di dicembre 2024 e la promessa mai mantenuta

Il 23 dicembre 2024, la Camera dei Deputati aveva già approvato un ordine del giorno analogo che chiedeva di estendere i buoni pasto anche al personale della scuola, denunciando una disparità rispetto al resto del pubblico impiego. Clicca qui per leggere il documento originale.

Anche lo SNALS e altre sigle avevano salutato l’iniziativa come un passo avanti, ma nel rinnovo contrattuale 2022-2024, firmato il 5 novembre 2025, il beneficio non è stato inserito.

Nessuna clausola, nessun riferimento, nessuna risorsa dedicata

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’impegno parlamentare non si è tradotto in nessuna misura concreta, lasciando docenti e ATA ancora esclusi da un diritto di base presente in gran parte della pubblica amministrazione.

L’occasione poteva essere il rinnovo del Contratto Scuola sottoscritto nella sua pre-intesa il 5 novembre, ma le risorse esigue per via dello scarso impegno del Governo non hanno portato a nessun risultato.

Il nuovo ordine del giorno della 7ª Commissione

L’odg approvato dalla 7ª Commissione del Senato – nei primi giorni di novembre 2025 – rilancia l’idea di riconoscere il buono pasto a docenti e ATA che prestano servizio giornaliero superiore alle sei ore.

Il testo richiama anche lo studio dell’Università Cattolica di Milano, secondo cui il lavoro “sommerso” dei docenti è almeno il doppio rispetto a quello previsto contrattualmente: un monte ore che, se retribuito, varrebbe oltre 300 euro settimanali in più.

Eppure, anche in questo caso, si parla solo di “valutare” e non di “attuare”. L’ordine del giorno non è vincolante e non comporta effetti immediati.

È quindi probabile che, come accaduto nel 2024, l’impegno resti sulla carta.

Uno specchietto per le allodole dopo un rinnovo deludente

Il recente rinnovo del CCNL 2022-2024, firmato lo scorso 5 novembre 2025, ha lasciato grande scontento nel personale scolastico: gli aumenti netti non superano i 50 euro mensili.

In questo clima di delusione, il nuovo ordine del giorno sui buoni pasto appare più come uno specchietto per le allodole che una reale conquista.

Molti sindacati in queste ore ne esaltano la portata simbolica, ma la realtà è che si tratta solo di un impegno politico privo di copertura finanziaria.

Docenti e ATA, ancora una volta, vedono ripetersi lo stesso copione: promesse parlamentari, trattative future e risultati assenti.

Finché il Governo e l’ARAN non tradurranno l’impegno in una norma contrattuale con risorse dedicate, il buono pasto resterà una promessa non mantenuta.

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