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1.200€ da INPS per Assistere un Familiare: Arriva la prima legge sui Caregiver

La riforma attesa da anni per il riconoscimento dei caregiver familiari entra finalmente nella fase decisiva. Il disegno di legge, pronto per l’approvazione in Consiglio dei ministri, introduce un contributo economico fino a 1.200 euro trimestrali per chi assiste in modo continuativo un familiare con grave o gravissima disabilità.

Un sostegno che sarà gestito dall’Inps e che punta a riconoscere un ruolo essenziale ma finora lasciato quasi del tutto senza tutele strutturali.

Chi potrà ricevere i 1.200 euro dall’Inps

Il contributo è destinato al caregiver familiare convivente prevalente, cioè chi garantisce almeno 91 ore settimanali di assistenza a una persona non autosufficiente oppure titolare di indennità di accompagnamento.

Per accedere al beneficio serviranno tre condizioni:

Isee fino a 15.000 euro;

assenza di attività lavorativa o lavoro con reddito fino a 3.000 euro annui;

– convivenza stabile con il familiare assistito.

Il contributo non farà reddito, non entrerà nell’Isee e sarà compatibile con altre misure come Assegno unico o Assegno di inclusione.

Le quattro fasce di Caregiver riconosciute

Il ddl introduce per la prima volta una classificazione basata sul livello di impegno, distinta in 4 figure:

1. Caregiver prevalente, convivente, con almeno 91 ore settimanali di cura.

2. Caregiver convivente con assistenza tra 30 e 91 ore settimanali.

3. Caregiver non convivente con almeno 30 ore settimanali.

4. Caregiver convivente o non convivente con impegno tra 10 e 30 ore settimanali.

Solo la prima fascia avrà diritto ai 1.200 euro; le altre riceveranno tutele graduali.

Le risorse disponibili e la decorrenza dal 2027

La legge di bilancio fissa dal 2027 uno stanziamento strutturale di 250 milioni di euro annui, sufficiente a coprire circa 52.000 caregiver l’anno. Nel 2026 ci sarà solo una dotazione “simbolica” per avviare la piattaforma Inps e mappare la platea.

Cosa manca ancora prima del varo definitivo

Il provvedimento deve essere prima approvato dal Consiglio dei ministri e poi iniziare il percorso parlamentare. Il governo punta a non stravolgere l’impianto, ma potrebbero arrivare aggiustamenti su platea, criteri di valutazione e definizione delle ore di assistenza.

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