La trattativa per il rinnovo del CCNL Metalmeccanici è entrata nel vivo con una serie di incontri programmati per la prossima settimana e, se tutto procederà secondo le intenzioni delle parti, un accordo di rinnovo potrebbe portare già da gennaio 2026 molti lavoratori a ricevere un aumento di circa 100 euro.
Ma la partita salariale è intrecciata alla Manovra di Bilancio, che introduce una detassazione degli aumenti concordati dai sindacati pari al 5%, valida solo per chi ha redditi fino a 28.000 euro. Un limite che penalizzerebbe proprio gli inquadrati a partire dal livello C3, tra i più presenti nelle grandi fabbriche metalmeccaniche. Intanto cresce la pressione dei lavoratori, galvanizzati dalle recenti 40 ore di sciopero che hanno costretto le controparti a riaprire il confronto.
Perché l’ipotesi dei 100 euro è concreta
Le trattative sono in fase avanzata e la prossima settimana sarà decisiva, con tre incontri già fissati per 19, 20 e 21 novembre. Federmeccanica e Assistal puntano a chiudere l’accordo entro il 12 dicembre, data dello sciopero generale proclamato dalla CGIL, così da neutralizzarne gli effetti.
L’ipotesi di un incremento da 100 euro da gennaio non nasce dal nulla: le imprese frenano ma la spinta dei sindacati può fare la differenza, anche alla luce dei più recenti rinnovi del settore industriale. Nel comparto Telecomunicazioni Industria, ad esempio, l’accordo raggiunto quest’anno ha fissato a 100 euro l’aumento dei minimi dal gennaio 2026 e complessivamente 298 euro. Un precedente importante che fa da riferimento anche al tavolo metalmeccanico industria. E non è tutto.
La spinta del settore chimico e il paragone che pesa
Un altro elemento che alimenta le aspettative dei metalmeccanici verso incrementi “a tre cifre” è il rinnovo del CCNL Chimica Industria, firmato il 15 aprile 2025. L’intesa ha previsto:
- 101 euro sui minimi da luglio 2025 (di cui 20 già programmati);
- 20 euro aggiuntivi da dicembre 2025.
- e ulteriori aumenti nei mesi successivi lungo tutta la vigenza.
In pratica, i chimici si ritroveranno a percepire 121 euro complessivi a inizio 2026. Un salto retributivo che ha alzato l’asticella delle aspettative anche per i metalmeccanici, già mobilitate e reduci dalle 40 ore di sciopero che hanno contribuito a rimettere in moto il confronto e a cambiare l’atteggiamento delle associazioni datoriali.
Detassazione: chi prende e chi resta fuori
La Manovra di Bilancio introduce una detassazione del 5% sugli aumenti contrattuali, ma la soglia dei 28.000 euro taglia fuori molti metalmeccanici del livello C3, che superano di poco questo limite. Paradossalmente, i primi esclusi dal beneficio sarebbero proprio loro, mentre il vantaggio pieno andrebbe ai livelli inferiori e agli apprendisti.
Le proteste sindacali e lo sciopero del 12 dicembre
Fim, Fiom e Uilm contestano duramente la scelta del Governo, definendola ingiusta e squilibrata. La Fiom-Cgil ha già annunciato la partecipazione allo sciopero generale del 12 dicembre, invitando le tute blu ad astenersi dal lavoro proprio per protestare contro una misura che premia i redditi più bassi ma penalizza gran parte della forza lavoro metalmeccanica.
Tra aspettative salariali, confronto serrato e una Manovra contestata, i prossimi giorni saranno decisivi per capire se quei 100 euro di gennaio – come parte di una prima tranche di ulteriori aumenti nei mesi a seguire – diventeranno una realtà concreta.



