Dal 20 settembre 2025 è in vigore la Legge n. 131/2025, che introduce nuove misure per contrastare lo spopolamento dei piccoli comuni montani. L’obiettivo è attrarre lavoratori e famiglie nei territori con meno di 5.000 abitanti, incentivando il trasferimento stabile della residenza e del domicilio.
Tra le principali novità ci sono due importanti agevolazioni:
- uno sgravio contributivo per i lavoratori in smart working,
- un bonus una tantum per ogni figlio nato o adottato nei comuni montani dopo il 20 settembre 2025.
Le misure saranno attive a partire dal 2026, ma sarà necessario attendere appositi decreti attuativi per renderle pienamente operative.
Sgravio contributivo per lavoratori in smart working nei comuni montani
A partire dal 2026, le aziende che assumono dipendenti e consentono loro di lavorare in smart working da un comune montano potranno accedere a uno sgravio totale dei contributi INPS.
A patto però che il lavoratore:
- non abbia ancora compiuto 41 anni al 20 settembre 2025;
- trasferisca residenza e domicilio stabile da un comune non montano a uno montano con meno di 5 mila abitanti;
- sia assunto con contratto a tempo indeterminato;
- svolga l’attività lavorativa in modalità agile (smart working) in modo stabile.
A quanto ammonta lo sgravio
L’agevolazione per i dipendenti under 41 residenti nei piccoli comuni montani sarà così articolata:
- 100% di sgravio (fino a un massimo 8.000 euro annui per lavoratore) per il biennio 2026-2027;
- 50% di sgravio (fino a 4.000 euro annui) per gli anni 2028-2029;
- 20% di sgravio (fino a 1.600 euro annui) per l’anno 2030.
Lo sgravio riguarda solo i contributi INPS a carico del datore di lavoro e non influirà negativamente sulla pensione del lavoratore. I premi INAIL restano esclusi. La misura non è cumulabile con altre agevolazioni già previste per i territori montani particolarmente svantaggiati.
Lo sgravio potrà essere attivato solo dopo l’adozione di un decreto ministeriale, atteso entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge.
Bonus una tantum per i nuovi nati nei piccoli comuni montani
Un’altra importante misura prevista dalla Legge n. 131/2025 è il bonus natalità, pensato per incentivare le giovani famiglie a trasferirsi e mettere radici nei comuni montani con meno di 5.000 abitanti.
Il contributo sarà riconosciuto per ogni bambino nato o adottato e iscritto all’anagrafe di uno di questi comuni a partire dal 20 settembre 2025. Sarà erogato una tantum (quindi una sola volta per ogni figlio) e non interferirà con l’Assegno Unico.
Anche in questo caso, l’importo del bonus e i requisiti specifici (come la residenza del minore e le modalità di richiesta) saranno definiti da un decreto attuativo, che dovrà essere emanato entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge.
Il fondo previsto per finanziare la misura è di 5 milioni di euro all’anno. Pertanto l’erogazione del bonus avverrà nei limiti delle risorse disponibili.
Riportare vita e lavoro nei borghi montani
Le misure previste dalla Legge n. 131/2025 rappresentano un tentativo concreto di ripopolare i piccoli comuni montani italiani, spesso colpiti da emigrazione giovanile e invecchiamento della popolazione.
Incentivare il lavoro agile e sostenere la natalità sono due leve strategiche per rendere attrattivi i borghi sotto i 5.000 abitanti, offrendo vantaggi economici sia alle imprese che alle famiglie. Un’iniziativa simile a quella promossa mesi fa dal Comune di Varese, nata anch’essa con l’obiettivo di contrastare lo spopolamento.
Con l’arrivo dei decreti attuativi, attesi nei prossimi mesi, si potranno conoscere nel dettaglio i comuni interessati, i criteri di accesso e le modalità operative per usufruire delle agevolazioni.



