In Italia sta prendendo forma un nuovo schema sugli aumenti delle pensioni minime: non è più lo Stato centrale a potenziare gli assegni più bassi, ma le Regioni che finanziano gli incrementi mentre l’INPS li paga in automatico nel cedolino. È un modello ormai collaudato, nato dall’obiettivo di garantire un sostegno diretto ai pensionati con redditi molto bassi. Ed è in questo scenario che si inserisce anche la proposta dei 100 euro mensili avanzata in Campania nel pieno della campagna elettorale.
Il meccanismo che porta gli assegni fino a 1.000 euro
L’esperienza più evidente è quella che ha portato gli importi minimi a quota 1.000 euro. Il modello più avanzato è quello della Provincia di Bolzano. Il funzionamento è semplice: la pensione nazionale resta la stessa, ma interviene un’integrazione finanziata con risorse locali. L’INPS non modifica il trattamento previdenziale, ma aggiunge automaticamente la parte regionale nel pagamento mensile. Il pensionato non deve presentare domanda, non deve compilare moduli, non ha alcuna interazione burocratica: riceve direttamente l’importo pieno se rispetta i requisiti economici fissati dal territorio.
L’altro modello: il contributo mensile aggiuntivo
Accanto all’integrazione fino a 1.000 euro si è affermato un secondo strumento, quello del Friuli Venezia Giulia: il bonus mensile aggiuntivo, calibrato sugli assegni più bassi. Anche qui il principio è identico: finanziamento locale, erogazione tramite INPS. Un sistema snello, pensato per intervenire dove l’inflazione e il caro-vita pesano maggiormente, senza creare sovrapposizioni amministrative.
A differenza del modello da 1.000 euro, che punta a una soglia unica per tutti i beneficiari, il Friuli lavora su integrazioni selettive, calibrate in base alla situazione economica complessiva. Non si guarda cioè solo alla pensione in sé, ma all’intero reddito familiare e alla composizione del nucleo. Questo consente di distribuire le risorse in modo più mirato, concentrandole sui pensionati realmente in difficoltà.
In Campania nasce l’idea del bonus da 100 euro
Su questa linea si colloca la proposta del Centrodestra campano: un bonus da 100 euro al mese per chi percepisce meno della pensione minima, finanziato con fondi sociali europei e pagato direttamente dall’INPS. Il Centrosinistra considera la misura irrealizzabile, ma la discussione conferma una tendenza ormai chiara: gli aumenti delle pensioni, oggi, sempre più spesso arrivano da interventi regionali, non da quelli statali.



