Il nuovo post pubblicato da Fratelli d’Italia sui social riaccende il dibattito sulle buste paga e sulle misure fiscali del Governo previste con la Manovra di Bilancio 2026.
Il partito della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni rivendica che 3,3 milioni di lavoratori con redditi fino a 28.000 euro riceverebbero “fino a 500 euro in più” grazie alla riduzione delle imposte sugli aumenti contrattuali e al taglio delle tasse su straordinari, festivi e notturni”. Il riferimento è alla detassazione al 5% degli aumenti contrattuali, limitata a chi ha redditi 28.000, ai lavoratori dei settori privati, ma solo a condizione che ricevano aumenti previsti dai CCNL nel 2026.
Una narrazione ad alto impatto comunicativo, che però sconta un problema evidente: quei 500 euro non trovano riscontro nei dati reali.

Il riferimento è a un vecchio calcolo di De Fusco
Il post di FdI si rifà procabilmente a un’elaborazione del consulente del lavoro Enzo De Fusco pubblicata poche settimane fa su Il Sole 24 Ore.
Un’analisi molto contestata dai suoi stessi colleghi sui social, basata su un discutibile calcolo fatto sugli aumenti attesi dai lavoratori dell’Industria Chimica e dall’Edilizia. Vengono sommate – non si fa come – una pluralità di condizioni favorevoli difficili da riscontrare nella realtà e nei calcoli.
La cifra dei 500 euro, dunque, non nasce da una valutazione tecnica dell’impatto delle misure fiscali, ma da un calcolo ipotetico che non trova alcun riscontro oggettivo.

Gli esperti attaccano: “Importi irraggiungibili”
Collegandosi alle critiche emerse sui social, va ricordato che numerosi consulenti del lavoro — professionisti abituati a calcolare mensilmente buste paga, detrazioni, bonus e imposte — hanno contestato apertamente la cifra. Alcuni l’hanno definita “irrealistica”, altri “impossibile da replicare nel caso concreto” riportato nell’articolo de Il Sole 24 Ore. Calcolo che peraltro non tiene conto dell’effetto Fiscal Drag, il drenaggio fiscale che fa salire il prelievo Irpef ogni qual volta un lavoratore ottiene un aumento.
Promessa politica, numeri fragili
Per molti esperti il post di FdI collega in modo forzato misure già in vigore con scenari ottimistici che non descrivono l’impatto reale sui redditi medio-bassi. Nella maggior parte dei casi l’aumento effettivo in busta paga è decisamente più contenuto, spesso nell’ordine di poche decine di euro al mese.
Da qui le critiche: una promessa comunicata come “beneficio generalizzato” si fonda in realtà su un calcolo che non trova fondamento e molto distante dalla realtà dei lavoratori.



