Lo sciopero generale del 28 novembre si preannuncia come una grande ondata di protesta che percorre l’Italia da nord a sud, mentre lavoratrici e lavoratori rivendicano tutele, redditi adeguati e diritti che non possono più essere rinviati. Dentro questa mobilitazione ampia e trasversale, una delle richieste che più colpiscono per chiarezza e radicalità riguarda l’introduzione di un salario minimo mensile di 2000 euro per tutte e tutti.
I sindacati che hanno proclamato/aderito allo sciopero
Ecco l’elenco delle sigle sindacali e organizzazioni di base che hanno proclamato o aderito allo sciopero generale del 28 novembre:
- USB – Unione Sindacale di Base
- CUB – Confederazione Unitaria di Base
- COBAS (nelle sue varie articolazioni):
- COBAS Lavoro Privato
- ADL-COBAS
- SIAL-COBAS
- CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario
- SGB – Sindacato Generale di Base
- USI-CIT – Unione Sindacale Italiana
- FISI – Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali
- FLAI Trasporti e Servizi
- ORSA (in alcune categorie del trasporto, con adesioni differenziate)
- SI Cobas (aderisce alla mobilitazione generale con proprie iniziative territoriali)
La rivendicazione dei 2.000 euro mensili è al centro delle manifestazioni che si terranno tra venerdì 28 e sabato 29 novembre a Roma e in tutta Italia.

Una rivendicazione salariale che nasce dal lavoro povero
La richiesta del salario minimo da 2.000 euro per tutti emerge in un contesto segnato da inflazione duratura, contratti scaduti da anni e stipendi che spesso non raggiungono la soglia della dignità. Molti settori — dalla logistica alla scuola, dal commercio ai servizi pubblici locali — vivono una condizione quotidiana dove il potere d’acquisto si sgretola. È in questo scenario che lo sciopero del 28 novembre punta a rimettere il reddito al centro del dibattito.
A ben vedere la rivendicazione dei sindacati supera di gran lunga la proposta di legge sul salario minimo legale portata avanti da PD, M5S, AVS, che mette al centro un salario minimo di 9 euro orari, che porterebbe all’incirca 1.440 euro di stipendio mensile.
Sciopero nei trasporti: treni, bus e metro si fermano
A rafforzare la protesta contribuirà lo stop dei trasporti, con disagi previsti per tutta la giornata. Si fermano:
- Trenitalia (per conoscere le regole ufficiali clicca qui)
- Italo
- Trenord
- TPER
- bus, metro e tram nelle principali città
Un blocco destinato a rendere visibile il ruolo essenziale del lavoro pubblico, spesso sottopagato e frammentato, e a dare ulteriore forza alla richiesta di un salario minimo che non sia simbolico ma realmente trasformativo.
Dal volantino alla piazza: perché la parola d’ordine è “2000 euro subito”
Nel volantino che promuove lo sciopero generale, questa rivendicazione spicca accanto alle critiche alla legge di bilancio, alle proteste contro la repressione sociale e alle richieste di investimenti pubblici nei settori strategici. La domanda è semplice e netta: un salario sotto i 2000 euro non basta più per vivere, e il 28 novembre sarà il giorno in cui questa consapevolezza proverà a farsi forza collettiva.



