HomeEvidenzaBonus 850€, i Familiari Possono Essere Indicati nel Contratto: Chiarimenti INPS

Bonus 850€, i Familiari Possono Essere Indicati nel Contratto: Chiarimenti INPS

Una delle domande più frequenti tra famiglie e caregiver riguarda il bonus anziani da 850 euro, la nuova Prestazione Universale dedicata a chi ha bisogno di assistenza continuativa. Fino a oggi non era del tutto chiaro se il contratto del badante dovesse essere intestato per forza all’anziano beneficiario.

Con un nuovo messaggio INPS arriva finalmente la risposta che in tanti aspettavano: il bonus può essere riconosciuto anche quando il contratto viene firmato da un familiare o da un amministratore di sostegno. L’importante è che l’assistenza sia realmente rivolta all’anziano che richiede la prestazione.

Vediamo nel dettaglio cosa cambia, chi ha diritto alla prestazione e quali sono le regole da rispettare.

Chi ha diritto al Bonus Anziani da 850 euro

Il bonus da 850 euro rientra nella nuova Prestazione Universale e spetta a chi si trova in condizioni di non autosufficienza per coprire spese per badanti regolarmente assunti o servizi di assistenza non sanitaria da parte di imprese qualificate.

È stato introdotto in via sperimentale per gli anni 2025 e 2026 dal D.lgs. 29/2024 (Decreto Anziani). In sintesi, possono beneficiarne:

  • persone con gravi difficoltà nello svolgere le attività quotidiane,
  • anziani che necessitano di assistenza continuativa,
  • soggetti che hanno già un badante o lavoratore domestico dedicato alla cura personale.

Inoltre, occorre essere titolari dell’indennità di accompagnamento, avere almeno 80 anni e un ISEE non superiore a 6.000 euro.

È richiesta infine un’istruttoria da parte dell’INPS che accerti il bisogno assistenziale gravissimo.

La novità dell’INPS sul Bonus Anziani

Nel Messaggio INPS n. 3514 del 21 novembre, l’Istituto chiarisce un punto molto atteso. Il testo dice:

Relativamente alla titolarità del rapporto di lavoro instaurato con il lavoratore domestico, acquisito il parere favorevole del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con il presente messaggio si chiarisce che la prestazione può essere riconosciuta anche nell’ipotesi di un contratto di lavoro stipulato da una persona diversa dal beneficiario della Prestazione Universale (familiare, amministratore di sostegno, curatore, tutore, ecc.) se, a seguito dell’istruttoria svolta dalla Struttura territoriale dell’INPS, risulta che l’assunzione come badante o come lavoratore domestico è finalizzata all’assistenza del beneficiario.

In particolare, deve risultare, sia nel contratto di lavoro che nelle buste paga quietanzate, che l’indirizzo di svolgimento dell’attività coincide con quello del domicilio del beneficiario della Prestazione Universale e le mansioni del lavoratore sono di assistenza al titolare della prestazione“.

Cosa significa in parole semplici

In pratica, non è obbligatorio che l’anziano firmi personalmente il contratto del badante. Il rapporto di lavoro può essere intestato a:

  • un familiare,
  • un tutore,
  • un curatore,
  • un amministratore di sostegno,
  • oppure a un’altra persona che gestisce l’organizzazione dell’assistenza.

L’importante è che:

  • il lavoratore presti assistenza all’anziano beneficiario del bonus,
  • il luogo di lavoro indicato nel contratto e nelle buste paga sia lo stesso domicilio dell’anziano,
  • le mansioni siano chiaramente di cura e assistenza della persona non autosufficiente.

L’INPS verificherà tutto durante l’istruttoria. Se la documentazione è corretta, il bonus da 850 euro al mese può essere riconosciuto senza problemi.

Perché questa novità è importante

Molti anziani non autosufficienti non sono in grado di firmare contratti o gestire un rapporto di lavoro domestico. Fino a ora questo creava dubbi e incertezze sul diritto al bonus.

Con questo chiarimento, la misura diventa più accessibile e aderente alla realtà delle famiglie italiane, dove spesso sono i figli o i caregiver a occuparsi di tutto ciò che riguarda l’assistenza.

Infatti, intestando il contratto al familiare che segue la gestione quotidiana, si può comunque beneficiare della prestazione economica. Basta che tutta la documentazione provi che il lavoratore assiste realmente l’anziano.

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