Il Decreto Lavoro che sarà approvato dal consiglio dei Ministri il primo maggio, data simbolica in quanto ricorre la festa dei Lavoratori, conterrà con ogni probabilità anche novità sul contratto a tempo determinato.
Si tratterebbe, secondo quanto riportano fonti di stampa da giorni, di un sostanziale ritorno al regime precedente al Decreto Dignità del Governo Conte I, che ha portato la durata massima a 24 mesi e l’introduzione di causali tassative di legge, senza lasciare spazio agli accordi sindacali.
Ora la Ministra del Lavoro Marina Calderone potrebbe mettere fine a un tale sistema, avversato – per motivi diversi – da imprese e lavoratori – ritornando ai 36 mesi di durata complessiva, comprensiva di proroghe e rinnovi. Ecco quanto scrive in proposito il quotidiano Il Messaggero in edicola oggi:
“nel decreto, ma su questo si sta ancora lavorando, potrebbero entrare anche le norme sui contratti a termine, rendendo più facile l’assunzione di dipendenti a tempo fino a 36 mesi. Si tratterebbe di una marcia indietro rispetto al cosiddetto decreto Dignità approvato a fine 2018 dalla maggioranza Lega-5 Stelle. Quel testo aveva l’obiettivo di limitare il ricorso all’occupazione a termine, introducendo casuali più rigide per le assunzioni di questo tipo”.
