Azzurra, nonostante la sua giovane età, conosceva già il significato del sacrificio attraverso il duro lavoro. A causa di una situazione economica difficile, era stata lei a farsi carico di tutte le spese per la casa, mettendo da parte il sogno di diventare una “boxeur”.
Azzurra è cresciuta nella periferia di New York con i suoi genitori, Emily e Richard, purtroppo entrambi con lavori precari e malpagati. Col passare del tempo la situazione peggiorò, dato anche il persistere di una crisi economica che non fece altro che amplificare i problemi della famiglia. Azzurra svolgeva due lavori ma non ce la faceva più a sostenere questi ritmi. Continuò a cercare qualcos’altro, voleva chiudere coi lavori in nero e con le paghe così basse.
La sua tenacia la aiutò: arrivò un contratto, uno stipendio dignitoso come segretaria presso il Central Park, degli orari di lavoro sì faticosi, ma tali da poterle permettere, la sera, di praticare lo sport che da sempre aveva nel cuore: la boxe. Da lì in poi le cose andarono molto meglio, Azzurra dalla periferia si trasferì in città coi suoi genitori e continuò ad allenarsi con costanza e impegno per diventare un’ottima boxeur. Dopo un anno, accadde qualcosa a interrompere il momento di serenità così sudato: la ragazza si ruppe il braccio destro. Questo la portò, inevitabilmente, ad allontanarsi sia dalla boxe che dal lavoro, dal momento che non era mancina e le riusciva molto faticoso svolgere le varie mansioni con il sinistro. Negli ultimi giorni, le visite in ospedale, le radiografie, le fasciature erano state frequenti; così ebbe modo di vedere spesso il dottor William. Era gentile, simpatico, giovane e, tra i due, ad ogni controllo cresceva la confidenza. Al terzo incontro, inaspettatamente, il dottore chiese ad Azzurra di uscire. Questo incontro fortunato sembrò portare tutto alla normalità… il braccio guarì e la ragazza poté tornare sia al lavoro che ad allenarsi.
Passava tutte le sere in palestra, nonostante le proteste di William, perché a breve la aspettava il suo primo incontro sul ring. E così, quel giorno arrivò. Fu molto difficile perché si scontrò con una ragazza più forte di lei, ma Azzurra non mollò e vinse lo stesso alla decima ripresa. Diventò, così, la “boxeur” che sognava di essere da sempre. Nel frattempo, il rapporto tra lei e William diventò forte e lui fu il primo sostenitore di Azzurra; in prima fila a tifare per lei ad ogni allenamento, ad ogni incontro. Il tempo per il lavoro da segretaria diventò pochissimo perché la boxe ne assorbiva tanto, sempre di più, quindi non poté fare a meno di licenziarsi. Gli incontri di boxe aumentavano e lei li vinceva tutti. Non le sembrava vero: i tempi in cui si arrivava a stento a fine mese erano finiti, riuscì a comprare per lei e genitori una casa molto più grande e comoda e poi arrivò a completare la sua felicità, una domenica pomeriggio al parco, qualcosa di bello quanto inatteso: la proposta di matrimonio da parte di William. Azzurra non ha mai smesso di credere in una vita migliore e la vita che sognava, ora, è tra le sue mani.
Giulia Loprete, classe 3° C