Abolizione del Reddito di Cittadinanza dal 1° gennaio 2024. E’ legge oramai da qualche mese la cancellazione del sussidio introdotto nel 2019 dal governo Conte appoggiato da Lega e Movimento 5 Stelle.
Il Decreto Lavoro ha riformato il sistema di aiuti verso le famiglie meno abbienti ma ne ha lasciate fuori almeno il 40% secondo i dati della Banca d’Italia, tra coloro che nei nuclei familiari non hanno né disabili, né minorenni, né over 60. Ecco perché da giorni circolano notizie di circa l’opposizione alla contro-misura ‘Meloni’ da parte di 5 Regioni.
In pratica sarebbero 5 le Regioni che si stanno muovendo, da un lato per chiedere al Governo di fare marcia indietro, dall’altra per adottare una aiuto analogo a livello regionale.
Abolizione RdC, quali sono le 7 Regioni contrarie?
Il Reddito di Cittadinanza condanna i poveri a rimanere sempre tali, è questa la ragione per cui il Governo lo ha voluto cancellare secondo le ultime dichiarazioni della Premier Giorgia Meloni in TV.
Non sono dello stesso avviso regioni come Campania, Toscana, Puglia, Regione Emilia Romagna, il Comune di Roma ed di recente anche quello di Torino, che si stanno muovendo con piani specifici in aiuto alle famiglie più bisognose.
Questi enti locali si aggiungono alla Sardegna – attualmente guidata dal centro-destra con Christian Solinas – che già dal 2016 ha previsto un sussidio similare chiamato REIS.
Ci sarà una nuova Regione o un nuovo Comune che adotterà misure alternative in particolare per supportare gli esodati dal Reddito di Cittadinanza?
Nuova ‘candidature’ potrebbero arrivare a breve, anche se questa ipotesi appare abbastanza remota visto che praticamente tutte le restanti Regioni italiane sono amministrate da forze politiche di centro-destra che difficilmente potranno scegliere di schierarsi ‘contro’ la decisione del Governo nazionale. Anch’esso di centro destra. Resta aperta l’ipotesi dei Comuni amministrati da Giunte di centro sinistra.
Quanto alle Regioni, l’unica porta che resta aperta a questo punto – e in questa fase – è quella che conduce al Molise, regione dove si va alle elezioni per rinnovare consiglio e Giunta regionale il 25-26 giugno prossimo. Secondo gli ultimi dati Inps nel 2022 i nuclei familiari molisani che ne hanno fatto richiesta sono diminuiti di 2.077 unità, passando da 9.059 (aprile-dicembre 2019) a 6.982 (gennaio-dicembre 2022). Una platea totale di circa 7.000 percettori quindi, di cui una parte, approssimativamente intorno al 40% rimarrà senza sussidio, salvo un orientamento diverso da parte di un eventuale Governo regionale a guida centro-sinistra.