È finalmente arrivato l’ok al Decreto Lavoro: il processo è stato travagliato e non esente da intoppi, ma alla fine nel pomeriggio di giovedì 22 giugno il Senato lo ha approvato. Passano quindi le novità sullo smart working, sugli aumenti di stipendio e sulle due misure che sostituiranno il Reddito di Cittadinanza. Ora si attende l’ok della Camera.
La conferma arriva dall’edizione del Il Sole 24 Ore in edicola venerdì 23 giugno, che scrive:
“L’aula del Senato ha acceso ieri il semaforo verde al decreto 1° maggio con 96 voti favorevoli, 55 contrari, 10 astenuti. Il testo, che va convertito in legge entro il 3 luglio, passa ora all’esame della camera. Soddisfatto il ministro del lavoro Elvira Calderone, la relatrice a Palazzo Madama Paola Mancini (Fi) e tutta la maggioranza per un provvedimento che, viene detto in coro, rafforza il taglio al cuneo, facilità le assunzioni e supera una serie di vincoli burocratici per le imprese.”
Decreto Lavoro, novità giugno 2023
Rispetto al testo originario varato dal Governo il 1° maggio, il dibattito parlamentare ha portato ad alcune novità. Tra le modifiche al decreto si segnalano quelle più significative ci sono:
- l’estensione della normativa di miglior favore sullo smart working per i fragili della pubblica amministrazione fino al 30 settembre mentre per i lavoratori del settore privato la proroga è al 31 dicembre per fragili e lavoratori con figli under 14;
- il reperimento di ulteriori 7 milioni per la scala di equivalenza per l’assegno di inclusione (nuovo RdC) per evitare tagli ai fondi per i nuclei con disabili;
- l’ulteriore esonero contributivo del 4% da luglio a dicembre 2023 per i redditi fino a 35 mila euro.
Previsto, inoltre, lo stanziamento di 5 miliardi sul fondo per i familiari di vittime di infortuni mortali sul lavoro.