Pagare il TFS, il trattamento di fine servizio, che spetta di diritto ai dipendenti pubblici al termine del rapporto di servizio, con ritardo, è incostituzionale.
Lo ha stabilito la sentenza n. 130 della Corte Costituzionale con cui sono state dichiarate inammissibili le questioni di legittimità costituzionale in merito al differimento e alla rateizzazione delle prestazioni di fine servizi che spettano ai dipendenti pubblici che vanno in pensione per raggiunti limiti d’età o di servizio.
Insomma secondo la Consulta l’ammontare del TFS maturato deve essere prontamente saldato. Il ritardo si pone in contrasto con il principio costituzionale della giusta retribuzione, di cui tali prestazioni costituiscono una componente; principio che si sostanzia non solo nella congruità dell’ammontare corrisposto, ma anche nella tempestività della erogazione. Il pagamento tardivo non assolve alla funzione tipica dell’istituto, “sopperire alle peculiari esigenze del lavoratore in una particolare e più vulnerabile stagione della esistenza umana”.
Viene così dichiarata illegittima la scelta politica fatta nel 2011 dal Governo Monti, per frenare la corsa al rialzo del debito pubblico a seguito della crisi dello spread.
TFS Statali, cosa cambia dopo le sentenza della Corte Costituzionale?
La pronuncia della Corte Costituzionale del giugno 2023 contiene un chiaro invito al Parlamento a legiferare in tal senso e tenere in considerazione della stabilità dei conti pubblici. Insomma la riforma sia graduale ma la discrezionalità del legislatore al riguardo non è temporalmente illimitata.
Né sarebbe ulteriormente tollerabile l’eccessivo protrarsi dell’inerzia legislativa, “tenuto anche conto che la Corte aveva già rivolto al legislatore, con la sentenza n.159 del 2019, un monito con il quale si segnalava la problematicità della normativa in esame”.
TFS Statali, come funziona oggi?
In base alle regole attuali i dipendenti della pubblica amministrazione devono attendere 2 anni prima di vedere l’accredito del TFS, senza diritto alla rivalutazione e interessi. C’è poi la distinzione tra chi ha diritto al TFS o chi al TFS, per approfondire clicca qui.
Gli anni salgono a 7 nel caso in cui si esca con anticipo di 5 anni qualora si opti per le uscite pensionistiche come Quota 100. La norma in questi casi prevede che il lavoratore raggiunga il diritto alla liquidazione quando compie 67 anni di età, requisito pieno dell’età pensionabile.