L’Assegno di Inclusione costituisce un passa indietro rispetto al Reddito di Cittadinanza. Le famiglie tutelate saranno molte meno.
E’ quanto mette in risalto ACLI in una nota che in una nota sottolinea, il nuovo Assegno “più che di ‘inclusione’ dovrebbe essere chiamato di ‘esclusione’ visto che, di fatto, resterebbero senza alcun sostegno economico ben 800 mila persone che versano in condizioni di povertà e fragilità”.
“La conversione in legge del Dl lavoro – continua – segna la fine di un’idea di contrasto alla povertà assoluta che nel nostro Paese è stata raggiunta anche grazie alle battaglie portate avanti dalla nostra associazione”.
“Si tratta di un passo indietro davvero poco comprensibile anche alla luce dell’allarme unanime lanciato dalle sigle che si occupano di povertà, allarme confermato dalle agenzie di statistica: i poveri assoluti oggi in Italia sono intorno ai 6 milioni e sono in aumento le nuove fragilità”.
Secondo ACLI a rimanere fuori dalla nuova tutela sarà il 58% delle famiglie che percepivano il RdC, pari a circa 800mila persone. “Nonostante il passaggio al Senato abbia migliorato il Dl, includendo nell’Assegno di inclusione alcune categorie di vulnerabili prima escluse, le Acli dichiarano la loro preoccupazione per la totale mancanza di dialogo e di ascolto delle parti sociali da parte del Governo che ha varato una riforma i cui esiti potrebbero allargare la platea delle persone e delle famiglie in difficoltà”.