Le domande per l’ISCRO, l’indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa destinata ai liberi professionisti, sono ancora aperte ma a quanto pare saranno veramente pochi i lavoratori che potranno accedervi. Colpa dei requisiti, troppo stringenti.
La denuncia arriva da vIVAce, la community delle Partite Iva aderente alla Cisl, in seguito alle ultime statistiche rese pubbliche dall’INPS sui beneficiari dell’intervento di sostegno al reddito: nel 2022 sono stati solo 873 a fronte dei 3.814 destinatari del 2021.
Il presidente di vIVAce Daniel Zanda parla di numeri impietosi e rilancia l’urgenza di «individuare dei correttivi per ampliare la platea di beneficiari», invitando a colloquio urgente la Ministra del Lavoro Marina Calderone per rendere strutturale la misura di sostegno al reddito prossima alla scadenza (l’ISCRO, infatti, è stata introdotta in forma sperimentale per il triennio 2021-2023 con la Legge di Bilancio 2021).
È lo stesso Zanda a suggerire una lista di 3 correttivi, in particolare in merito ai requisiti di accesso all’ISCRO:
- aver prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno di presentazione della domanda, non superiore ai 10.000 euro (e non 8.299,76, come indicato dall’INPS per il 2022) e comunque inferiore al 50% dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei due anni precedenti;
- essere titolari di partita Iva da almeno 3 anni, alla data di presentazione della domanda (e non da 4 anni);
- annullare l’aumento contributivo per gli anni 2022/2023.
Chiesta, infine, la predisposizione di interventi per informare adeguatamente gli iscritti alla gestione separata, coinvolgendo le sedi INPS, le Associazioni di rappresentanza, i Patronati e i CAF.