Aumenti CCNL Commercio Terziario, ad attenderli sono oltre 7 milioni di lavoratori. A farlo sapere sono i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che per il 21 luglio hanno organizzato in piazza Lucio Dalla a Bologna l’Assemblea Intersettoriale Unitaria con oltre 1.000 delegati che interverranno da tutta Italia.
Una iniziativa nazionale per denunciare lo stallo delle trattative, sollecitare un avanzamento dei negoziati e arrivare in tempi brevi ai rinnovi.
Aumenti CCNL Commercio-Turismo 2023: cosa succede il 21 luglio
I lavoratori del commercio, terziario, servizi attendono il rinnovo del CCNL scaduto il 31 dicembre 2019. In 3 anni e mezzo hanno ricevuto in busta paga un elemento economico una tantum e un acconto di 30 euro a partire da aprile 2023 per i lavoratori inquadrati al IV livello.
“Ritardi inaccettabili”, scrivono i sindacati in una nota con cui stigmatizzano l’ingiustificato “atteggiamento dilatorio delle controparti in riferimento alle trattative di rinnovo nei macrosettori del Terziario (Terziario Distribuzione Servizi, Dmo, Distribuzione Cooperativa), del Turismo (Alberghi, Pubblici Esercizi Ristorazione Collettiva e Commerciale ed Agenzie di Viaggio), delle Aziende Termali, del Lavoro Domestico, dell’Acconciatura ed Estetica e degli Studi Professionali”.
“Comparti – continua la nota – che scontano un ritardo nei rinnovi contrattuali pari in media a oltre 3 anni, con la conseguente inadeguatezza dei trattamenti economici e normativi rispetto a una realtà profondamente mutata, in seguito alla crisi pandemica e bellica e alle dinamiche inflazionistiche fuori controllo”.
L’iniziativa del 21 luglio a Bologna ha l’obiettivo di “sollecitare un avanzamento dei negoziati e denunciare lo stallo delle trattative”, “il rinnovo dei contratti – continuano – non è più rinviabile”.
Aumenti CCNL Commercio-Turismo 2023: quando?
I sindacati adotteranno nuove iniziative di protesta per spingere le aziende a chiudere le vertenze dei rinnovi? Uno sciopero? Blocco degli straordinari? Lo vedremo.
Intanto sul fronte dei negoziati – salvo clamorosi colpi di scena – tutto sembra essere inevitabilmente rinviato a settembre. Quando aziende e sindacati si siederanno di nuovo intorno ai tavoli per negoziare gli aumenti dei minimi retributivi che i lavoratori attendono.