Cassa integrazione, l’INAIL ne ha previsto il ricorso per le aziende i cui lavoratori sono esposti al caldo torrido di questi giorni perché impegnati in attività all’aperto.
Le linee guida dell’INAIL mirano a prevenire le patologie e i rischi sui luoghi di lavoro provocati dal caldo estremo che in questi giorni sta investendo l’Italia. Tra le misure messe in atto c’è appunto la cassa integrazione ordinaria per eventi meteo, alla quale le aziende posso ricorrere per tutelare i dipendenti che lavorano all’aperto a una temperatura superiore ai 35 gradi. 35 gradi che, se combinati con altri fattori quali l’umidità, possono essere percepiti anche quando il termometro ne segnala di meno.
Purtroppo però non è il lavoratore a poterla richiedere: la richiesta deve partire dai sindacati (già all’opera), mentre la scelta di concederla spetta sempre all’azienda, che dovrà valutare come dare un equilibrio alle esigenze di produzione con l’opportunità di mettere in sicurezza i lavoratori.
Se la produzione non può essere interrotta e dunque la CIGO non può essere concessa, l’azienda può provvedere a rimodulare l’orario di lavoro. Come ha fatto Stellantis, per esempio, che ai suoi metalmeccanici ha permesso l’uscita anticipata alle ore 16 dopo che un operaio aveva accusato un malore per il caldo, e come previsto anche da 3 aziende della Romagna (sempre del settore metalmeccanico) che hanno stabilito un inizio e una fine anticipati del turno di lavoro per evitare di lavorare quando il sole è cocente.