L’emergenza caldo deve essere affrontata con due strumenti: cassa integrazione e lavoro agile. E’ questa la linea del Governo, condivisa dalle parti sociali che però chiedono procedure di accesso più semplici e incentivanti. Sul modello degli strumenti messi in campo durante la fase Covid.
Lo strumento potrebbe essere un Decreto Legge giustificato dall’urgenza della situazione. Forse accompagnato da un Protocollo da sottoscrivere tra Ministero del Lavoro e Parti Sociali.
Smart Working Caldo 2023: chi può andarci?
Sulla cassa integrazione la prima richiesta è quella di azzerare il contatore. Insomma fare in modo che le giornate o le ore di stop per il caldo non incidano sul plafond complessivo utilizzabile dalle aziende.
Lo smart working invece, potrebbe essere utilizzato solo una parte della platea. Per coloro che svolgono mansioni eseguibili anche da remoto, da casa o in altro luogo.
Ma chi potrebbe accedere allo smart working agevolato per il caldo? L’attenzione del Governo si concentra su una platea specifica: quei lavoratori che “mansioni remotizzabili, ad esempio in ambienti privi di ventilazione”.
E’ quanto scrive Il Sole 24 Ore in edicola oggi. Secondo il quotidiano economico dunque la platea sarebbe ristretta agli ambienti dove non ci sono forme di ventilazione, né naturale né indotta (con climatizzatore). Per questi lavoratori si pensa ad una semplificazione sul Modello Covid: nessun accordo, basta una comunicazione per mandare il dipendente in “smart”.