I dati INPS registrano che i lavoratori poveri sono passati da più di 4 milioni a poco più di 20 mila in un anno: qual è stata la ricetta magica del Governo Meloni? O i dati necessitano di essere visti sotto un’altra luce?
I numeri sono dell’Osservatorio INPS e li ha analizzati l’ex presidente dell’Istituto Previdenziale Pasquale Tridico nel corso della trasmissione di La7 L’Aria Che Tira. Ma come si spiega un tale divario? È possibile che i lavoratori poveri siano diminuiti in maniera così drastica?
INPS, lavoratori poveri diminuiti: Tridico spiega la verità
Il rapporto sul lavoro povero creato dalla commissione indipendente del ministero del lavoro nel 2021 (durante il Governo Draghi) ha contato circa 4 milioni e 300 mila lavoratori poveri. L’ultimo rapporto INPS, invece, dice che ad oggi questi ultimi sono circa 20.300. In pratica, nell’ultimo anno sono spariti 4.279.700 lavoratori poveri. È possibile?
“Come si spiegano questi numeri?” chiede il presentatore David Parenzo all’ex presidente INPS Tridico collegato in diretta.
‹‹Oggi l’asticella sotto la quale si è considerati poveri è fissata a un salario lordo orario di 6 euro e si escludono da questa popolazione tutti coloro che hanno un lavoro part-time, a tempo determinato, precario, e tutti coloro che lavorano in agricoltura e i domestici, come se fosse un sottocampione di un sottocampione››.
In pratica, è stata rivisto il campione di chi viene considerato povero e cosa includere in questa popolazione di povertà, ha spiegato Tridico. Ciò significa che non sono spariti i lavoratori poveri, semplicemente sono calcolati in modo diverso perché è la scelta della soglia che determina chi è povero e chi non lo è.