Sono 7,5 milioni di lavoratori che hanno un contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto. E’ quanto emerge da un documento del CNEL sul salario minimo.
Dunque l’ente guidato dall’ex Ministro Renato Brunetta, mentre rinvia al 12 ottobre ogni posizionamento sulla dibattuta questione politica, mette in evidenza cosa sta accadendo alla contrattazione collettiva in Italia. Un fenomeno, quello del mancato rinnovo dei contratti collettivi scaduti anche da anni, che sta alimentando il fenomeno del lavoro povero nel nostro Paese.
«I componenti della Commissione dell’informazione sono concordi nel sottolineare – si legge nel documento – , quale che sia la decisione politica in merito alla introduzione o meno nel nostro ordinamento giuridico di un salario minimo fissato per legge, l’urgenza e l’utilità di un piano di azione nazionale».
Alla data del 1° settembre 2023 risulta che al 54% dei lavoratori dipendenti del settore privato si applicano contratti collettivi nazionali di lavoro, tra questi quello del Commercio-Terziario-Servizi, che «sono tecnicamente scaduti». Una platea complessiva molto ampia, pari a 7,5 milioni di lavoratori.