Tra le norme contenute nella legge di bilancio, sono previste importanti novità – non tutte positive – per il pubblico impiego che ci accompagneranno per il prossimo biennio.
Per la precisione, il Governo ha stanziato 3 miliardi di euro per l’anno 2024 e 5 miliardi per l’anno 2025.
E’ stato pertanto raggiunto, seppure con un compromesso, quanto richiesto dal Ministro Zangrillo due mesi fa e che avevamo riportato in questo articolo.
Stipendi più ricchi per il personale a tempo determinato
Il primo provvedimento previsto è l’incremento dell’Indennità Vacanza Contrattuale di 6,7 volte che verrà anticipata al personale di ruolo nel mese di dicembre. Si tratta di un aumento di competenza per il 2024 ma che sarà anticipata a dicembre 2023.
La stessa sarà scomputata nel corso dell’anno.
Il personale a tempo determinato, invece è previsto il pagamento dell’IVC a decorrere dal mese di gennaio 2024.
Quindi, a gennaio, i precari della scuola tra IVC aggiornata e bonus Meloni, potrebbero trovarsi nel cedolino ben 200 euro in più rispetto ai colleghi di ruolo.
Il grosso dello stanziamento a Gennaio 2025
L’incremento dei fondi per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro dei comparti PA per il triennio 2022-2024, anche se stanziato nel bilancio del 2025, non significa volontà di non chiudere i contratti nel corso del 2024. Al contrario, è una apertura ai sindacati che, altrimenti, non avrebbero certamente accettato di iniziare trattative per un contratto con stanziamenti irrisori.
Da tener presente che le somme stanziate sono al lordo dei contributi datoriali e dell’IRAP.
Tecnicamente, in caso di rinnovo, il grosso degli aumenti contrattuali sarebbero riconosciuti dal 31 dicembre 2024 per non cadere nella tornata contrattuale 2025-2027.
L’assegno temporaneo accessorio non è stato confermato
Nei cedolini dei dipendenti pubblici sparirà la voce dell’assegno temporaneo accessorio che, per l’anno 2024, non è stato rinnovato.
Le retribuzioni lorde dei dipendenti pubblici, pertanto, diminuiranno dell’1,5% ma saranno compensate dal taglio dell’aliquota irpef dal 25 al 23% per lo scaglione di reddito tra 15 e 28 mila euro.