Sarà l’Agenzia delle Entrate a proporre alle Partite Iva il concordato preventivo biennale, un reddito imponibile predefinito su cui pagare per due anni le imposte Irpef e Irap.
Il requisito principale di accesso è avere almeno 8 nella pagella fiscale degli ISA o applicare il regime forfettario (in questo secondo caso non si è soggetti a ISA).
Per tutti però può scattare il campanello di allarme se i debiti fiscali e contributivi sono pari o superano i 5.000 euro per il periodo di imposta precedente. In questo caso si è fuori dal Concordato Preventivo biennale. Ma vediamo i dettagli.
Concordato Preventivo Biennale, cosa succede in caso di debiti
I primi debiti con cui si deve essere in regola sono quelli verso gli enti previdenziali come Inps o casse previdenziale autonome di riferimento delle professioni ordinistiche.
Se però si è proceduto alla sospensione o rateizzazione dei debiti, questi sono fuori dal limite dei 5.000 euro.
Fuori dal Concordato preventivo biennale che sarà attivato dal 2024 saranno anche coloro che hanno debiti di natura fiscale. Ad esempio chi non ha presentato la dichiarazione dei redditi per almeno 1 dei 3 periodi di imposta precedenti a quello di riferimento per il concordato. Tradotto: chi ambisce al concordato per il biennio 2024-2025 deve avere presentato la dichiarazione dei redditi per il triennio 2021-2022-2023.
E’ fuori gioco chi nei tre anni precedenti è stato, per ragioni fiscali, è stato condannato o ha patteggiato. Parliamo ovviamente di reati tributari, di false comunicazioni sociali o peggio ancora di reciclaggio.
Concordato preventivo biennale: voto ISA 8
Il principale requisito di accesso al concordato è avere un voto ISA pari a 8. Questo requisito è rigido. Un voto ISA di poco inferiore non consentirà alle partite Iva di poter accedere all’accordo con l’Agenzia delle Entrate.
Saranno consentite però delle correzioni che consentiranno di rientrare, adeguando la pagella retributiva.