Il concordato preventivo biennale in partenza dal 2024 riguarderà anche gli Artigiani e i Commercianti. Lo ha ricordato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alcuni giorni fa, intervenendo con un video messaggio all’Assemblea nazionale di CNA:
“Nei giorni scorsi in Consiglio dei ministri abbiamo approvato una norma segno dello Stato che si vuole fidare dei suoi cittadini. Il decreto interviene sulla disciplina dell’accertamento, riduce le sanzioni e introduce il concordato preventivo biennale. Uno strumento molto significativo che racconta un approccio diverso dal passato, non disturbare chi vuole fare. Un approccio che spezza l’insopportabile equazione secondo cui un artigiano, una partita Iva, deve essere un evasore per nascita. Una menzogna, che noi abbiamo combattuto sempre”.
Come funziona il concordato preventivo biennale? Cosa devono aspettarsi gli Artigiani? Ci saranno dei controlli?
Concordato preventivo biennale per Artigiani e Commercianti: requisiti
Il concordato è un accordo firmato da Agenzia delle Entrate e contribuente, in cui viene fissato anticipatamente l’imponibile su cui saranno pagati i tributi per 2 anni. L’imponibile riguarderà sia l’Irpef e l’Irap. Esclusa invece l’IVA.
Sarà l’Amministrazione tributaria, sulla base dei dati a disposizione, a fare una proposta alle partite Iva, imprese e professionisti. Chi non è titolare di partita iva non potrà beneficiare dell’accordo con il fisco.
Il concordato preventivo biennale riguarda anche gli artigiani e i commercianti, sia in forma di semplice partita Iva che costituiti in forma societaria.
Il requisito principale di accesso è un punteggio ISA almeno pari a 8, anche a seguito di adeguamento. Inoltre occorre non avere debiti verso il fisco per importi pari o superiori a 5.000 euro, sia per tributi (compresi interessi e sanzioni) che per contributi previdenziali definitivamente accertati con sentenza irrevocabile o con atti impositivi non più soggetti a impugnazione.
L’accettazione della proposta da parte del contribuente artigiano o commerciante comporta che nella dichiarazione dei redditi dovranno essere dichiarazioni gli importi concordati relativamente al biennio. I soci artigiani dovranno dichiarare gli importi dichiarati, in caso di società di persone.
Il concordato preventivo biennale si applica anche ad artigiani e commercianti che hanno optato per il regime fiscale forfettario. Sono esclusi coloro che hanno iniziato l’attività nel periodo d’imposta antecedente a quello cui si riferisce la proposta.
Vantaggi per gli Artigiani e Commercianti
L’accettazione della proposta di accordo dell’Agenzia dell Entrate può offre una serie di vantaggi per gli Artigiani, che però vanno valutati attentamente. Innanzitutto i tributi (Irpef e Irap) si pagheranno sulla base dell’imponibile concordato, a prescindere dal reddito effettivamente conseguito.
Lo stesso vale per i contributi previdenziali obbligatori dovuti alla gestione AGO. Questo offre agli artigiani e ai commercianti certezza in ordine agli esborsi dovuti per un biennio, a titolo di imposte e contributi.
Inoltre per tutto il periodo di vigenza del concordato sono riconoscitui i benefici previsti per tutti i livelli di affidabilità fiscale conseguenti all’applicazione degli ISA.
Durante il biennio di vigenza del concordato sono esclusi da accertamenti gli artigiani e commercianti, sia con riguardo al reddito di impresa che di lavoro autonomo non possono essere effettuati. Fanno eccezione le cause di decadenza, tra cui l’infedeltà (attività non dichiarate o inesistenza o indeducibilità di passività dichiarate) per un importo superiore al 30% dei ricavi dichiarati.
