Oggi 21 novembre INPS è alle prese su vari fronti. Le prestazioni in arrivo oggi interessano platee di percettori differenti: l’Assegno Unico, per chi ha figli a carico; il Bonus Ex Renzi, per chi è titolare di indennità di disoccupazione; la pensione, per chi è uscito definitivamente dal mondo del lavoro.
Assegno Unico, lavorazioni INPS in corso
Da qualche ora INPS è alle prese con nuove disposizioni di pagamento dell’Assegno Unico su IBAN. Non tutti infatti hanno già ricevuto la quota spettante per i figli a carico: fino a ieri, l’Istituto Previdenziale si è occupato di coloro che hanno ricevuto l’importo di sempre, da oggi invece dovrebbe toccare a chi ha subito variazioni di importo. Almeno questo è quello che stabilisce il comunicato stampa INPS del 10 luglio scorso.
Inoltre, si segnala che una parte dei pagamenti fissati per ieri non è stata erogata: non tutti quelli che avevano la data del 20 novembre hanno effettivamente ricevuto l’Assegno Unico. Gli accrediti saltati sono dunque attesi per oggi.
Bonus Ex Renzi, INPS non ha pagato: quando arriva?
Il discorso appena fatto per l’Assegno Unico vale anche per il Bonus Ex Renzi, noto pure come trattamento integrativo. Ieri INPS avrebbe dovuto liquidare il Bonus a una parte dei percettori NASpI e DIS-COLL (quelli che avevano la data del 20 novembre sul proprio Fascicolo Previdenziale): alcuni pagamenti non sono andati a buon fine.
Ciò significa che i 100 euro (a tanto ammonta il contributo) sono attesi nella giornata di oggi, al massimo domani. Comunque, anche nel caso in cui non arrivassero non c’è da preoccuparsi: si possono recuperare nella dichiarazione dei redditi, col modello 730.
Pensioni dicembre 2023: c’è il cedolino INPS
In queste ore INPS è alle prese con la pubblicazione dei cedolini della pensione di dicembre. Il cedolino esce sempre nei giorni intorno al 20 del mese precedente a quello di riferimento. Il pagamento, poi, ci sarà il 1° dicembre.
La pensione di dicembre conterrà:
- l’anticipo del meccanismo di perequazione, quindi un adeguamento dello 0,8% frutto della differenza tra l’inflazione effettivamente registrata nel 2023 (8,1%) e quella riconosciuta in via provvisoria (7,3%);
- gli arretrati a valere per i restanti mesi del 2023 (da gennaio a novembre).