HomeEvidenzaMedici e Docenti, con la Domanda di Pensione il taglio scatta subito

Medici e Docenti, con la Domanda di Pensione il taglio scatta subito

Medici, insegnanti e dipendenti pubblici in generale, subiranno il taglio di pensione anche se faranno domanda per andarci subito. Lasciare il mondo del lavoro immediatamente non salverà i lavoratori della pubblica amministrazione dal taglio delle pensioni, che dunque si qualifica come inevitabile.

Per evitare i tagli sull’assegno pensionistico, circa 6.000 medici erano pronti ad uscire dal SSN entro il 2024: circa 2.000 entro la fine del 2023 e altri 4.000 nel 2024. Purtroppo, per una postilla all’articolo 33 del DDL di Bilancio il pensionamento immediato non servirà a nulla.

Medici, tagli pensione: ultime novità

Secondo quanto scritto nel testo della Manovra 2024, i medici dovrebbero subire un taglio sulla pensione che può arrivare a 26.347 euro per ciascun anno di pensione. Per questo motivo in molti avevano optato per il pensionamento entro il 2023, ma pare che sarà inutile.

A farsi portavoce della brutta notizia è l’Upb, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che ha rilevato quello che Il Messaggero di martedì 21 novembre chiama un “comma anti-fuga” nell’articolo 33 del Disegno di legge di Bilancio 2024.

Come fa notare l’Upb, la norma sulle pensioni è scritta in maniera tale da coinvolgere tutte le pensioni con decorrenza gennaio 2024. Anche chi facesse domanda immediatamente, difficilmente potrebbe veder decorrere la pensione entro la fine del 2023. In pratica, anche se si scegliesse di andare in pensione subito, il taglio dell’assegno sarebbe inevitabile.

L’unica cosa che rimarrebbe da fare, dunque, è il ricorso ai giudici, nella speranza che la questione arrivi presto alla Corte Costituzionale e la possibilità che i giudici diano ragione ai medici non è poi così remota.

Nel frattempo comunque va detto che il governo è già al lavoro per modificare la norma. Si pensa a una differenziazione tra chi lascia il lavoro in anticipo, grazie agli anni di contributi (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne), e chi invece va in pensione di vecchiaia, quindi una volta maturati i 67 anni di età. Per i primi scatterebbe la penalizzazione, mentre per i secondi no (almeno per i prossimi 3 anni).

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