Durante la seduta di ieri la Camera dei deputati ha approvato un ordine del giorno destinato a generare molte polemiche perchè impegna il Governo a prendere provvedimenti per differenziare gli stipendi dei dipendenti pubblici in base al costo della vita.
A nord e a sud il costo della vita non è uguale. Per cui è necessario che il Governo metta in atto azioni che vadano a sostenere chi vive e lavora dove fare la spesa o pagare l’affitto richiede sforzi economici maggiori.
L’ordine del giorno approvato dal voto dell’Aula di Montecitorio è stato presentato dall’on. leghista Andrea Giaccone, e si pone in linea di continuità con il disegno di legge della Lega finalizzato ad introdurre un salario accessorio per la contrattazione di secondo livello. E segue un certo filone politico ‘inaugurato’ dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che questa estate proponeva affitti a canone agevolato per docenti e Ata che si trasferiscono al Nord.
Stipendi PA diversi tra Nord e Sud: il Governo deve intervenire
Il senso dell’ordine del giorno, approvato a maggioranza, è che il Governo guidato da Giorgia Meloni deve ora intervenire. Insomma deve porre una soluzione a chi si trova a sostenere costi più alti pur guadagnando uno stipendio, a parità di mansioni, identico a chi vive e lavora dove la vita costa meno. Poichè – si legge nel documento – “lo stipendio unico nazionale può comportare disuguaglianze sociali su base territoriale, creando discriminazioni di reddito effettivo“.
Secondo le opposizioni la norma è discriminatoria, perchè apre a trattamenti differenziati verso prestazioni lavorative identiche. Fatto salvo però per il solo fattore geografico o il costo della vita (…).
Per i partiti di maggioranza, in particolare la Lega, occorre porre subito rimedio a partire dai dipendenti pubblici, incentivando “la contrattazione di 2° livello” che dovrà tener conto “delle diversificate necessità derivanti dalle differenze del costo della vita su base territoriale“.