A pochi mesi dal suo avvio, il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) mostra già i suoi punti deboli. Nato per sostituire il Reddito di Cittadinanza nelle famiglie composte da persone tra 18 e 59 anni immediatamente occupabili, il SFL viene riconosciuto solo se il percettore accetta di frequentare un corso di formazione o una qualsiasi altra attività formativa.
Dovrebbe, insomma, essere un trampolino di lancio per chi si affaccia al mondo del lavoro e una sorta di sussidio di accompagnamento mentre si acquisiscono le competenze necessarie. Tuttavia, alcuni dati dimostrano che nel funzionamento del SFL qualcosa è andato storto.
SFL Supporto Formazione Lavoro, funziona?
I dati (poco confortanti) sui percettori del Supporto Formazione e Lavoro provengono dalla Cgil Firenze, dal Servizio Orientamento Lavoro del sindacato e dal patronato Inca del capoluogo toscano.
Pare che nell’area fiorentina su 140 persone che hanno richiesto il sussidio, solo 50 abbiano ricevuto l’assegno promesso di 350 euro, dopo l’iscrizione e la frequenza dei corsi. Insomma, poco più di un terzo.
Il problema non è da riscontrare nella mancanza dei corsi, anzi: in Toscana a settembre 2023, quando il SFL è partito ufficialmente, si contavano più di 2.000 corsi. Un numero talmente ampio da far disperdere la platea, così che molti corsi non sono nemmeno riusciti a partire per il basso numero di iscritti. E chi il corso l’ha fatto lamenta i pochi sbocchi lavorativi.
Una fotografia, questa, di stampo locale e che non ha la pretesa di essere rappresentativa di tutta l’Italia. Il fatto che a Firenze si registrino questi numeri non significa che ovunque la situazione sia la stessa, ma è comunque sintomo di un sistema che non funziona, almeno per adesso.