Tra i percettori dell’Assegno di Inclusione qualcuno potrebbe non ricevere l’assegno unico per i figli a carico relativo a marzo.
Per avere l’assegno unico occorre fare domanda, anche se si percepisce AdI. Se i percettori del Reddito di Cittadinanza non avevano bisogno di fare richiesta della quota per i figli a carico perché veniva loro accreditata in automatico, per i beneficiari dell’Assegno di Inclusione non funziona così.
Ecco perché chi non ha inviato la domanda a INPS rimarrà scoperto dall’accredito di marzo. Vediamo meglio.
Domanda Assegno Unico percettori AdI e SFL
Una parte degli ex percettori del Reddito di Cittadinanza oggi percepisce l’Assegno di Inclusione. Si tratta di coloro che, oltre ad avere i requisiti e un ISEE sotto i 9.360 euro, in famiglia contano almeno un membro disabile, over 60, svantaggiato o minorenne.
Per i minorenni spetta anche l’assegno unico. Finché c’era RdC, la quota per i figli a carico arrivava in automatico sulla Carta RdC tutti i mesi dopo la ricarica.
Assegno unico per figli tra 18 e 21 anni
Con l’avvento dell’Assegno di Inclusione però le regole sono cambiate: i percettori di AdI, così come quelli del Supporto Formazione e Lavoro che hanno figli tra i 18 e i 21 anni, sono tenuti a fare domanda di assegno unico a INPS se intendono accedervi. L’accredito dunque non va più in automatico sulla carta.
È continuato a essere automatico solo per gli ex percettori RdC fintanto che non presentano la domanda di Assegno Unico, e comunque non oltre febbraio 2024. Da marzo 2024 infatti la carta RdC si disattiva e la quota per i figli a carico non vi sarà più caricata sopra.
Domanda presentata a marzo
Per averla occorre quindi presentare la domanda a INPS. Gli accrediti partiranno dal mese successivo a quello in cui si invia la richiesta. Le domande presentate a marzo saranno quindi liquidate ad aprile. Ciò significa che a marzo l’assegno unico non arriverà, a meno che non si sia provveduto a fare la domanda entro febbraio.
Non c’è comunque da preoccuparsi perché la mensilità di marzo non andrà persa: se il percettore fa domanda entro il 30 giugno 2024, INPS riconoscerà gli arretrati con decorrenza da marzo.