Niente più smart working per i dipendenti fragili delle aziende private. Dal prossimo 31 marzo, infatti, non si potrà più ricorrere alla modalità di lavoro da casa tanto usata durante la pandemia.
Ecco dunque che alcune aziende corrono ai ripari per venire incontro ai propri lavoratori.
Smart Working, stop dal prossimo 31 marzo
Con la fine dell’emergenza sanitaria il ricorso allo smart working è stato via via ridotto e col tempo si è tornati alla modalità tradizionale di lavoro in presenza. Gli ultimi a poterne usufruire sono stati i lavoratori con figli sotto i 14 anni e, appunto, quelli fragili. Da aprile però anche questi ultimi dovranno rinunciarvi. I lavoratori statali, addirittura, sono tornati in ufficio già da gennaio.
Il decreto Milleproroghe fissa la fine del ricorso allo smart working per il prossimo 31 marzo. Ciò significa che dal 1° aprile il ricorso al lavoro agile dovrà essere regolato da un apposito accordo tra l’azienda e il dipendente. Oppure attraverso accordi sindacali.
Nonostante la fine della pandemia, infatti, specifici lavoratori possono comunque continuare a preferire lavorare da casa. Per questo motivo alcune aziende si stanno attrezzando per venire incontro alle esigenze dei propri dipendenti. Ma l’esigenza può essere anche aziendale: il lavoratore in “smart” contribuisce a ridurre i costi come affitto, postazione, bollette, ecc.
Lavoro fragile, novità dal 1° aprile
Tra le aziende che si stanno muovendo per garantire lo smart working ai propri lavoratori anche dopo il 31 marzo c’è Crédit Agricole Italia, l’istituto bancario con sede a Parma che conta 1.100 filiali in tutta Italia e più di 10 mila dipendenti.
L’azienda ha deciso di accogliere le richieste dei rappresentanti dei lavoratori e di prolungare lo smart working per i lavoratori fragili per tutto il 2024.
Lo farà consentendo fino a 15 giorni al mese di lavoro agile dal 2 aprile al 30 giugno e fino a 10 giorni al mese dal 1° luglio al 31 dicembre. Non ci saranno limiti di tempo: il ricorso al lavoro da casa potrà essere facoltativo e continuativo, ha fatto sapere FISAC in una nota.
Il reparto risorse umane si occuperà poi del rientro graduale in azienda sia di tali lavoratori fragili sia di quelli con figli sotto i 14 anni, l’altra categoria interessata dalla fine dello smart working, ai quali Crédit Agricole proporrà delle soluzioni in un’ottica di attenzione alla genitorialità.