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Bonus Mamma, per Docenti e ATA escluse avviata Azione Legale: ecco cosa può accadere per tutte le Madri

Si accende una speranza in più per le lavoratrici madri dipendenti del comparto Istruzione e Ricerca escluse dal Bonus Mamma. Il 3 aprile scorso con una nota stampa il sindacato Flc-Cgil ha annunciato di aver avviato un’azione legale per il riconoscimento dell’esonero contributivo pari al 100% per tutte le lavoratrici madri. A prescindere dal contratto di lavoro.

Bonus mamma è incostituzionale

Secondo il sindacato di via Leopoldo Serra la norma della Legge di Bilancio 2024 è incostituzionale nella parte in cui prevede l’applicazione del Bonus alle sole madri di 2 o più figli, con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Per loro la domanda è richiedibile entro l’8 aprile 2024.

Attraverso i propri legali, il sindacato solleverà in sede giudiziale la questione di legittimità costituzionale della norma. L’esonero contributivo – si legge – esclude “le lavoratrici precarie che nel settore scuola rappresentano una parte significativa dell’organico complessivo”. Si tratta di Docenti e ATA, ma anche dirigenti scolastiche, con contratto a tempo determinato.

Bonus Mamma per tutte, anche nei settori privati

La questione parte dall’esclusione delle lavoratrici della scuola e del comparto Istruzione e Ricerca, tutto, ma è chiaro che ha una portata ben più ampia e interesserà anche le madre che lavorano in altri comparti pubblici e privati, con contratto a termine.

Appare difficile infatti che la Corte Costituzionale, investita della questione riguardante l’illegittimità di una norma che taglia fuori le lavoratrici con contratto a termine, si esprima limitatamente al comparto Istruzione e Ricerca. Se la normativa voluta dal Governo Meloni apre ad una palese ed irragionevole discriminazione, questa interessa tutte le lavoratrici, dipendenti di aziende private e datori di lavoro pubblici.

D’altronde, come sottolinea Flc, “si tratta di un’esclusione incomprensibile e discriminante nei confronti del personale con contratto a termine” e ci si batterà affinché “sia riconosciuto il beneficio a tutte le lavoratrici”.

Da verificare cosa si deciderà in proposito della lavoratrici domestiche, espressamente escluse della Legge di Bilancio, sia con contratto di lungo corso che a termine.

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