Mentre le tariffe dei carburanti salgono, le misure di calmieramento dei prezzi sono ferme. All’orizzonte non c’è alcuna iniziativa per la riduzione delle accise, che il Governo Meloni ha deliberatamente reintrodotto dopo la sospensione voluta dal Governo Draghi.
E allora non manca che dare attuazione a quanto previsto dalla legge di Bilancio 2024, cioè un nuovo finanziamento della “Carta Dedicata a Te”, estesa al Bonus Benzina.
Carta Dedicata a Te, cosa manca per partire
Il Parlamento ha stanziato 600 milioni di euro per garantire le ricariche anche nel 2024. La ricarica andrà ai vecchi possessori ma anche nuovi beneficiari che potrebbero rientrare in graduatoria.
Tutto dipenderà da quello che stabilirà il Decreto atteso da 4 mesi che potrebbe arrivare tra fine aprile e maggio. Il provvedimento – a firma congiunta Ministero dell’Agricoltura, Ministero del Lavoro e Ministero dell’Economia – dovrà stabilire le nuove regole di accesso al beneficio.
A conti fatti sulla social card saranno ricaricati 460 euro da spendere per gli acquisti di beni di prima necessità, alimentari e non, e carburanti (benzina, diesel, gas). Un importo più alto dei 382,50 euro erogati sulla Card nel corso del 2023, perchè nel frattempo rinforzati – grazie a nuovi 100 milioni di euro – da un ulteriore bonus di 77,50 euro.
Dopo il Decreto una nuova graduatoria 2024
Una volta uscito il Decreto – e quindi dopo maggio -, Inps provvederà a redigere la nuova graduatoria del 2024. Sulla stessa sarà determinante il parere dei Comuni sui nuclei familiari inclusi.
I requisiti per avere la Card saranno gli stessi del 2023: entreranno quindi in gioco le famiglie con almeno 3 membri e con un ISEE aggiornato al 2024 fino a 15.000 euro. Anche se questi due requisiti, secondo l’esperienza dello scorso anno, non sono stati una garanzia di accesso al beneficio per esaurimento delle risorse.
Molte sono state le incongruenze riscontrate lo scorso anno: tra cui la distribuzione della ‘Carta Dedicata a Te’ ai nuclei percettori di sussidi (come NASpI, RdC, ecc.) che il Decreto 19 aprile 2023 aveva tenuto fuori per evitare la sovrapposizione di aiuti.