Sono ancora in corso i pagamenti della disoccupazione agricola, l’indennità che spetta a chi ha lavorato nei campi tra il 2022 e il 2023. Se c’è chi già l’ha ricevuta, e magari spesa, c’è anche chi ancora attende la disposizione dell’accredito o, addirittura, l’accoglimento della domanda.
I tempi con cui INPS prende in carico le domande di disoccupazione agricola non sono dei più celeri. Basti pensare, infatti, che la finestra per inviare l’istanza si è chiusa il 31 marzo, ma che i pagamenti sono cominciati solo il 4 giugno. Da allora comunque non si sono più fermati e andranno avanti ancora per circa un mese, se non di più.
Tempi di lavorazione e di accredito
Per quanto riguarda i tempi di accoglimento della domanda di disoccupazione agricola e della sua successiva liquidazione, INPS è molto chiaro: secondo le regole sul procedimento amministrativo previste dall’Istituto, possono volerci fino a 115 giorni per lavorare la pratica di disoccupazione agricola. Giorni che decorrono da quando la domanda è stata inviata e che costituiscono comunque un termine massimo. Per questo motivo, gli accrediti non partono mai prima della fine di maggio o l’inizio di giugno.
Inoltre, va considerato che a occuparsi delle pratiche di disoccupazione agricola sono le strutture INPS sparse sul territorio, e non la sede centrale di Roma. Ciò comporta delle differenze nelle tempistiche di pagamento da luogo a luogo. Alcune sedi possono essere più oberate di lavoro di altre (quelle delle città metropolitane, per esempio), e di conseguenza possono dilatare in più giorni le lavorazioni della disoccupazione agricola. Questo implica, inevitabilmente, uno slittamento degli accrediti.
Un bracciante agricolo di Imola, per esempio, fa sapere che la sua domanda è stata accolta solo ora. La conferma arriva dall’INPS, che fornisce ulteriori indicazioni riguardo l’emissione del pagamento e la disposizione dello stesso:
Tra l’emissione del pagamento e l’effettivo accredito trascorrono circa 10 giorni. Pertanto, se la domanda è stata accolta il 26 giugno e lo stesso giorno è stato emesso anche il pagamento, la disoccupazione agricola arriverà intorno al 6 luglio. Non è raro, infatti, che gli accrediti della disoccupazione agricola vadano avanti fino a luglio. In alcuni casi anche ad agosto.
Revoca disoccupazione agricola, quando è necessaria?
Tuttavia, a volte i pagamenti possono subire un arresto o dei rallentamenti per motivi non imputabili all’INPS. Questo succede, per esempio, quando il bracciante invia due domande di disoccupazione agricola tramite due diversi sindacati: uno su una provincia e uno su un’altra. In questo caso, INPS non sa dove pagare e quindi non emette l’accredito.
Che fare dunque? A fornire spiegazioni in merito è lo stesso Istituto:
Come spiega INPS, il bracciante che ha presentato due istanze dovrà revocarne una delle due. La revoca andrà fatta tramite PEC. La ricevuta della revoca dovrà poi essere inviata all’altro patronato insieme a un documento di identità. Così facendo, la struttura INPS di competenza potrà procedere con il pagamento nei tempi sopra descritti.