I principali giornali italiani riportano da giorni notizie circa l’imminente arrivo di un aumento stipendiale per i lavoratori del pubblico impiego. Questo aumento si sostanzierebbe in 160 euro medie, lorde, per il triennio 2022-2024.
Una mistificazione della realtà a cui, da giorni si sta opponendo uno dei sindacati negoziatori del CCNL Funzioni Centrali, Uilpa-Uil, che ha lanciato sui social e sul proprio sito “l’Operazione verità”.
160 euro forse nel 2025
“Non ne possiamo più di questi metodi da imbonitori con cui i mezzi di informazione scambiano le penalizzazioni per ricche elargizioni. E infatti, sono bastate un paio di riunioni all’ARAN per iniziare a sfatare il mito dei 160 euro, che stanno già iniziando gradualmente a scendere: 159, poi 158 e chissà alla fine dove ci fermeremo”. Non usa mezzi termini il Segretario Uilpa-Uil Sandro Colombi che svela un pericoloso e progressivo abbassamento pro-capite delle risorse che andranno ad ogni dipendente pubblico.
Ma la questione è anche un’altra. Secondo Uilpa non c’è dubbio che i soldi prima o poi arriveranno, probabilmente a regime solo nel 2025, e deve essere valutata la perdita del potere di acquisto subita dai lavoratori in questi anni. Per cui i 160 euro non possono essere esaustivi.
“Stiamo parlando di una cifra che, se va bene, andrà a regime nel 2025, cioè dopo 4 anni di latenza contrattuale e dopo che l’inflazione cumulata dal 2021 si sarà mangiato il 20% della retribuzione”. Insomma è proprio questo che contesta il sindacato a una certa stampa: la superficialità con cui vengono riportate le notizie circa gli aumenti di stipendio.
I lavoratori pagheranno lo Stato
L’incremento del 5,78% è solo propaganda governativa, dichiarano dal sindacato. La verità sta nel paradosso: “che questa operazione nasconde di fatto un trasferimento netto di risorse dalle tasche dei lavoratori pubblici alle casse dello Stato”.
Ecco alcune immagini dell’Operazione Verità di Uilpa-Uil: