L’importo dell’Assegno Unico può variare ogni mese, sia per via di alcuni cambiamenti all’interno del nucleo familiare che provocano variazioni di ISEE, sia perché INPS effettua dei conguagli.
I conguagli calcolati sulla propria mensilità di Assegno Unico possono essere in negativo o in positivo, a seconda che il percettore abbia dei crediti o dei debiti nei confronti dell’Istituto Previdenziale. Anche lo scorso 19 agosto, passata la settimana del Ferragosto, INPS ha effettuato dei conguagli sull’Assegno Unico.
Assegno Unico, conguagli a credito o a debito
I conguagli servono all’INPS per recuperare delle somme pagate indebitamente o, al contrario, per riconoscere degli importi a cui i percettori avevano diritto ma che non hanno ricevuto.
Nel primo caso si tratta di conguagli a debito, ed è il percettore a dover restituire delle somme all’Istituto Previdenziale. Nel secondo caso, invece, si tratta di conguagli a credito: sarà quindi l’INPS a pagare al beneficiario le cifre che non gli ha riconosciuto a tempo debito.
Quando il conguaglio è a debito, nella pratica di Assegno Unico presente nel Fascicolo Previdenziale comparirà il segno meno. Se non c’è significa che il conguaglio è a credito, proprio come nella foto, dove l’importo riconosciuto a conguaglio sfiora quasi i 250 euro:
Conguagli a debito, come li recupera INPS?
Di solito il conguaglio a credito viene riconosciuto da INPS in un’unica soluzione.
Per quanto riguarda i conguagli a debito, invece, l’Istituto Previdenziale fa sapere che, in caso di importi molto alti, la trattenuta avverrà a rate e non potrà superare il 20% del totale della rata mensile spettante in pagamento. In pratica, INPS decurterà l’Assegno Unico del 20% ogni mese (il quinto dell’importo) finché non avrà recuperato l’intero ammontare.
È per questo motivo che a volte l’importo dell’Assegno Unico è più basso del solito.