Sono circa 19.000 i docenti che hanno superato le prove concorsuali e attendono l’immissione in ruolo. Per loro, alla vigilia dell’inizio del servizio, la notizia più brutta arriva proprio dal Ministero dell’Istruzione che ha deciso di sospenderli.
A conti fatti, i posti liberi per il personale docente a tempo indeterminato nella Scuola sono 64.000, precisano dal sindacato. Ma le scelte politiche hanno portato ancora una volta a snellire il contingente: saranno 45.000 gli assunti in ruolo. Chiaro che si andrà quindi, ancora una volta, ad ingrossare la platea dei precari.
Il rischio di un nuovo Concorso
Ma il rischio, secondo quanto scrive Flc-Cgil, è bene maggiore rispetto alla prassi degli ultimi decenni. “Con l’alibi del PNRR, nuovi concorsi già dal prossimo autunno” potrebbero vederli coinvolti ancora una volta in prove e selezioni. Senza che questa situazione di incertezza abbia fine. Tra coloro che sono in lunga attesa ci sono gli idonei dei concorsi 2020.
Le proteste di fine agosto
I docenti sospesi e per il momento esclusi, però, non ci stanno e hanno avviato azioni di protesta. Flc-Cgil ha fatto sapere di “sostenere ogni forma di mobilitazione in corso e si impegna a intraprendere tutte le strade possibili per ottenere un piano di reclutamento che risponda alle legittime aspettative dei docenti “in sospeso”, compresi i partecipanti con esito positivo al concorso PNRR 2023, e al bisogno di stabilità della scuola italiana”. La protesta di questi giorni sarà portata ai tavoli istituzionali di confronto, con tutte le forze partitiche parlamentari e con la Commissione europea.