Entro il prossimo 15 settembre una parte dei pensionati deve inviare all’INPS il modello RED se non vuole rischiare di incappare nella perdita delle prestazioni collegate al reddito del 2020.
Prestazioni pensionistiche collegate al reddito
Con il cedolino della pensione di settembre, qualche pensionato si sarà reso conto che l’importo in pagamento è diminuito per effetto di una trattenuta del 5%. Oltre alle solite addizionali regionali e comunali, infatti, questo mese, come già accaduto ad agosto, in alcuni casi INPS ha trattenuto un ulteriore 5%.
Tale trattenuta ha riguardato in particolare coloro che nel 2022 hanno percepito una prestazione pensionistica collegata al reddito, come l’integrazione al trattamento minimo, la maggiorazione sociale o la pensione ai superstiti.
Lo scorso luglio INPS ha avviato la verifica a consuntivo di queste prestazioni, erogate in via provvisoria nel 2022. I titolari di queste prestazioni devono quindi fornire all’Istituto Previdenziale i dati reddituali relativi al 2020.
Trattenute INPS sulla pensione
Fornire all’INPS i dati reddituali relativi al 2020 non è assolutamente facoltativo. Il pensionato che non lo fa incappa infatti in decurtazioni o revoche delle pensioni stesse. Nel dettaglio, chi non ha dato riscontro a INPS, nonostante i solleciti, subirà:
- una trattenuta del 5% nel mese di settembre (come suddetto e come già successo in agosto), determinato sulla base della pensione di luglio 2024;
- la revoca definitiva delle prestazioni collegate al reddito del 2020 se non avrà inviato il modello RED per la comunicazione dei redditi entro il prossimo 15 settembre.
Nel caso di pensioni ai superstiti, verrà applicata la fascia massima di abbattimento dell’importo della pensione previsto dall’art. 1, comma 41 della legge 335/1995, e si procederà al calcolo e al recupero degli importi che saranno risultati indebiti.