Dopo la prima fase di scioperi articolati e la protesta sugli straordinari messi in atto dai lavoratori metalmeccanici in gran parte delle aree industriali, arrivano le prime disponibilità degli Industriali verso una tregua e un invito a sedersi attorno al tavolo per cercare soluzioni per rinnovare il CCNL scaduto il 30 giugno 2024.
L’apertura è della Presidente del Gruppo Metalmeccanico di Confindustria Veneto Est, Antonella Candiotto, del padovano, che in un comunicato stampa del 13 dicembre scorso fa sapere di rispettare l’iniziativa sindacale ma al tempo stesso augura la ripresa del “confronto tra Fim, Fiom e Uilm con Federmeccanica per il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori metalmeccanici“.
Sì agli aumenti salariali sulla base dell’IPCA
“È un’esigenza – continua la leader di Confindustria del Veneto – che sentiamo legata allo stato di forte difficoltà in molti comparti del nostro settore, anche nel nostro territorio, che colpisce insieme le imprese e i loro collaboratori. Una crisi che non è ‘solo’ congiunturale ma che si situa in una fase di profonda trasformazione industriale che dobbiamo essere capaci insieme di capire, affrontare e vincere con gli strumenti più idonei”.
La soluzione prospettata da Federmeccanica per il rinnovo del CCNL già offre molte risposte alle richieste sindacali, si dice convinta la Candiotto. Ed è in linea di continuità con il precedente triennio contrattuale che ha garantito la difesa del “potere di acquisto dei salari dei lavoratori metalmeccanici, come ben dimostrato negli ultimi due anni, dove sono stati riconosciuti in media oltre 250 euro, come nessun altro settore ha fatto”. Insomma può essere garantito anche per il futuro un incremento dei salari pari all’indice l’IPCA NEI, come accaduto fino a giugno 2024.
E’ questa infatti l’ultima proposta di Federmeccanica: 173,37 euro mensili a regime per il triennio 1° luglio 2024 – 30 giugno 2027. Ancora lontano dai 280 euro richiesti dai sindacati ma che confermano in meccanismo di adeguamento all’IPCA NEI.
Elemento Garanzia Retributiva vola verso 700 euro
L’altra novità, si legge nel comunicato stampa, è la disponibilità ad elevare l’elemento di garanzia retributiva nazionale dagli attuali 465 euro a 700 euro a fronte del raggiungimento di obiettivi di redditività concordata a livello nazionale.
C’è poi la disponibilità ad “un’assicurazione a totale carico dell’azienda per i casi di perdita dell’autosufficienza, che verrebbe riconosciuta sia i lavoratori in forza che a quelli che andranno in pensione nei prossimi anni, e le disposizioni per incentivare l’occupazione femminile di qualità”. Un importo da 600 euro mensili che non ha eguali nel panorama delle relazioni sindacali del nostro Paese.
«Crediamo quindi ci siano le condizioni per riprendere un confronto costruttivo che possa portare a un esito positivo della trattativa, nell’interesse delle parti che rappresentiamo e del futuro dell’industria metalmeccanica del nostro Paese. Sarebbe un segnale di responsabilità, – sottolinea Candiotto che spera quindi in una riapertura del negoziato – e un messaggio positivo in questo momento di incertezza sul futuro, come già in più occasioni in passato ha visto insieme imprese e lavoratori del metalmeccanico e al quale da parte nostra siamo pronti a dare continuità».