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Buoni Pasto a Docenti e ATA: il Ministro Valditara dice sì al Welfare ma ignora l’ODG della Camera dei Deputati

Nella recente intervista rilasciata a Italia Oggi, il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha affrontato il tema del welfare per i docenti e il personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario). Ha fatto riferimento a diverse iniziative e progetti per migliorare le condizioni di lavoro e il benessere di questi lavoratori. Tuttavia, uno degli impegni più attesi, quello relativo al riconoscimento dei buoni pasto per docenti e ATA, è stato deliberatamente trascurato durante il suo intervento.

Nulla è stato dichiarato dal Ministro rispetto all’Ordine del giorno approvato dalla Camera dei Deputati prima di Natale: che impegna il Governo ad estenere i ticket per il pasto anche al personale scolastico.

Buoni Pasto: richiesta di sindacati e lavoratori

Il tema dei buoni pasto è da tempo al centro del dibattito tra le organizzazioni sindacali e il Ministero dell’Istruzione. Nonostante il personale docente e ATA svolga un lavoro spesso caratterizzato da orari lunghi e un impegno che si estende durante tutto l’arco della giornata (anche oltre le 8 ore giornaliere), il riconoscimento dei buoni pasto per queste categorie è sempre stato un nodo irrisolto.

I buoni pasto rappresentano una forma di supporto economico che non solo allevia i costi quotidiani, ma anche un riconoscimento del valore del lavoro svolto in contesti particolarmente impegnativi, come le scuole, dove i docenti e ATA sono quotidianamente coinvolti in attività che spesso si prolungano oltre l’orario scolastico, senza una retribuzione extra adeguata.

Le dichiarazioni di Valditara a Italia Oggi sul Welfare

Articolo di Italia Oggi sull’intervista al Ministro – 7/1/2025

Nel corso dell’intervista al quotidiano – la prima nel 2025 – il Ministro ha parlato di diverse misure per migliorare la qualità del lavoro nel settore scolastico. Come la promozione della formazione, l’aumento delle risorse per l’aggiornamento delle tecnologie nelle scuole, e l’impegno a garantire una maggiore attenzione alla salute e al benessere dei docenti e del personale ATA. Il ministro leghista si è soffermato sulle politiche di welfare già avviate da ottobre 2023, che prevedono sconti su treni, parcheggi, ecc., spiegando che saranno confermate e implementate anche nel 2025. Ha anche parlato dell’estensione, per la prima volta dell’assicurazione sanitaria, tutela già prevista per gran parte dei lavoratori dei settori privati.

Tuttavia, un punto fondamentale su cui molti si aspettavano un chiarimento — quello relativo ai buoni pasto — è stato completamente ignorato. Sebbene il tema del welfare e del miglioramento delle condizioni di lavoro sia stato trattato in modo generale, non è stata dedicata una menzione specifica a una delle richieste più ricorrenti da parte di docenti e ATA, anche attraverso le loro organizzazioni sindacali.

Ignorato l’Ordine del Giorno sui Buoni pasto

Ci si aspettava un intervento in proposito, soprattutto dopo l’approvazione dell’Ordine del Giorno da parte della Camera dei Deputati il 20/12/2024 che ha dato un preciso indirizzo al Governo. I buoni pasto vanno riconosciuti anche al personale scolastico, che svolge almeno 6 ore giornaliere, escluso dal servizio di refezione a cui accedono gli alunni e il personale che li accompagna. “Non è previsto alcun compenso economico – si legge nell’ODG della Camera – anche se l’orario di servizio si protrae oltre le sei ore, per almeno 7 ore e 12 minuti al giorno“.

L’omissione di questa tematica durante l’intervista del rappresentante del Governo, nonostante le promesse passate e le aspettative degli stessi lavoratori, dimostra ancora una volta quanto poco sia stato fatto – e si stia continuando a fare – per risolvere questo problema che continua a pesare sulle spalle di chi lavora nelle scuole italiane.

In attesa di un segnale più forte e concreto da parte del governo, i sindacati continueranno a spingere per l’introduzione dei buoni pasto, già per il rinnnovo del CCNL 2022-2024. Consapevoli che si tratta di una misura che va oltre il semplice benefit, ma rappresenta un riconoscimento tangibile del valore e dell’impegno di chi ogni giorno è al servizio della scuola e della crescita delle nuove generazioni.

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