Nel mese di gennaio 2025, a molti lavoratori pubblici sarà accreditato l’importo dello stipendio già visualizzabile su NoiPA che però è incompleto. Come anticipato da TuttoLavoro24.it in un articolo della scorsa settimana, gli importi netti che appaiono sulla piattaforma sono incompleti per una fascia di lavoratori, che si troveranno a dover fare i conti con una somma mancante di 83,33 euro.
Questa lacuna riguarda in particolare i dipendenti pubblici con un reddito imponibile tra i 20.001,00 e i 35.000,00 euro lordi. La differenza potrebbe essere corretta a partire dal prossimo mese di febbraio 2025 oppure slittare direttamente a febbraio 2026, quando sarà recuperata in sede di conguaglio fiscale.
Perché manca la somma di 83,33 euro?
Il motivo della mancanza di questa somma, che riguarda in particolare il cosiddetto bonus di 83,33 euro, è legato a un aggiornamento tecnico che non è stato possibile implementare nei pagamenti di gennaio perchè l’emissione ordinaria è partita a fine dicembre. Questo bonus fa parte di un intervento previsto dalla normativa fiscale contenuta nella Manovra di Bilancio, approvata proprio allo scadere del vecchio anno.
Nonostante l’intenzione di distribuire l’intero importo spettante sin da gennaio, a causa di difficoltà tecniche legate all’aggiornamento dei calcoli fiscali, non è stato possibile erogare l’importo nella sua totalità. Pertanto, coloro che rientrano nella fascia di reddito compresa tra i 20.001,00 e i 35.000,00 euro lordi, vedranno accreditarsi stipendi con un importo inferiore a quello che effettivamente dovrebbero ricevere.
Come verrà recuperato l’importo mancante?
Gli esperti NoiPA da noi contattati ci confermano che, se tutto procederà come previsto, il saldo verrà erogato nel mese di febbraio 2025. Tuttavia, c’è anche la possibilità che, in caso di ulteriori difficoltà, questa somma venga recuperata solo durante il conguaglio fiscale di febbraio 2026.
In quest’ultimo caso, i dipendenti pubblici coinvolti vedranno la somma mancante saldata in un’unica soluzione, ma con l’effetto di un impatto fiscale che si ripercuoterà sul loro stipendio del 2026, quindi con una certa dilazione nei tempi.
Il rischio di perdere il beneficio fiscale
L’eventuale slittamento dell’accredito al 2026 porta con sé il rischio che per effetto di una diversa tassazione, maggiore, il recupero comporti una riduzione dell’importo realmente percepito dal lavoratore.
Le settimane che ci separano da qui al prossimo mese di febbraio saranno determinanti per capire cosa farà NoiPA. Chiaramente l’auspicio è che le somme vengano liquidate nel giro del prossimo mese. Sul punto si sono fatti sentire anche i sindacati, che nei giorni scorsi, presi i contatti con il MEF hanno chiesto che l’arretrato sia liquidato al più presto ed evitare ritardi.