Nel corso di un’intervista rilasciata a Antenna Sud, Michele De Palma, Segretario Generale della Fiom-Cgil, ha lanciato una proposta significativa per il futuro del lavoro nel comparto metalmeccanico: ridurre l’orario settimanale a 35 ore, per tutti, così da mettere fine alla precarietà nel settore è aumentare l’occupazione di qualità. Questa dichiarazione si inserisce nel contesto della trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per l’Industria Metalmeccanica, scaduto il 30 giugno 2024. Uno dei punti focali della piattaforma di Fim-Fiom-Uilm è la richiesta della settimana corta, per tutti, anche in via sperimentale, a parità di salario.
Vediamo più nel dettaglio cosa comporta questa proposta e quali implicazioni potrebbe avere.
La stabilizzazione dei rapporti di lavoro: un passo fondamentale
La proposta di De Palma parte da una riflessione sulla stabilità occupazionale. Secondo il Segretario Generale della Fiom-Cgil, è fondamentale che i lavoratori godano di maggiore sicurezza lavorativa riguardo al loro contratto e al loro futuro. Questo concetto si traduce non solo in contratti più stabili, ma anche in una riorganizzazione dell’orario di lavoro che favorisca una redistribuzione dell’occupazione, migliorando la qualità della vita lavorativa e creando nuove opportunità di lavoro.
De Palma ha sottolineato che la stabilizzazione dei contratti può essere accompagnata da una riduzione dell’orario settimanale, puntando a 35 ore, senza ridurre il salario. Passaggio quest’ultimo essenziale per i sindacati. Questo permetterebbe di aumentare il numero di occupati, rispondendo così a un’esigenza concreta di equità sociale e solidarietà tra lavoratori.
Queste le parole pronunciate dal Segretario Generale Fiom ai microfoni di Antenna Sud:
“riteniamo che vada data stabilità ai rapporti di lavoro, cioè stabilizzare i rapporti di lavoro. Questo si può fare anche riorganizzando l’orario di lavoro, riducendolo, aumentando così il numero degli occupati”.
La riduzione dell’orario di lavoro: un obiettivo sindacale
La proposta di ridurre l’orario settimanale a 35 ore si inserisce all’interno delle trattative per il rinnovo del CCNL metalmeccanico. I sindacati Fim-Fiom-Uilm, che rappresentano i lavoratori del settore, hanno avanzato una richiesta chiara: ridurre l’orario di lavoro a parità di salario per tutti i dipendenti, come strumento per combattere la disoccupazione e migliorare la qualità del lavoro.
La richiesta di ridurre l’orario settimanale non è nuova, ma si rifà a un principio storico del movimento sindacale: “lavorare meno per lavorare tutti”. In un’epoca in cui il lavoro precario e la disoccupazione giovanile sono ancora troppo diffusi, questa proposta mira a garantire un equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, senza compromettere il potere d’acquisto dei lavoratori.
Il principio “lavorare meno per lavorare tutti”: dove funziona
Il principio di “lavorare meno per lavorare tutti” è una strategia che ha trovato applicazione in diversi paesi europei, con risultati positivi sia per i lavoratori che per le imprese. Da ultimo in Spagna con la riduzione a 37,5 ore settimanali, in Germania e in Francia dove le 35 ore sono “realtà” già dalla fine degli anni ’90. In alcuni Stati, la riduzione dell’orario di lavoro è stata introdotta con l’obiettivo di migliorare la produttività e ridurre il tasso di disoccupazione. L’introduzione di orari più brevi, infatti, favorisce la redistribuzione del lavoro, permettendo a più persone di trovare occupazione.
Questo principio potrebbe anche rispondere alla sfida della digitalizzazione e dell’automazione, che stanno modificando profondamente il panorama produttivo globale. Se gestito correttamente, un orario di lavoro ridotto potrebbe essere un vantaggio competitivo per le aziende, aumentando la motivazione e la produttività dei dipendenti. Anche perchè avrebbero più tempo libero, valore essenziale tra i lavoratori delle ultime generazioni.
35 ore nel CCNL Industria Metalmeccanica
E’ quello che chiedono i sindacati per dare una svolta ad un negoziato oramai fermo da 3 mesi e che sta aumentando il periodo di carenza contrattuale (ed economica) per i lavoratori, giunto oramai a 7 mesi.
Le 35 ore vengono viste come un’opportunità per le imprese di sperimentare una riorganizzazione come già visto in alcune esperienze aziendali proprio del settore metalmeccanico.
L’unica ricetta degli Industriali di Federmeccanica e Assistal, per il momento, è di mettere in gioco i ROL e PAR dei lavoratori. Proposta che ha trovato i sindacati freddi.
La proposta avanzata da Fim-Fiom-Uilm non riguarda solo il miglioramento delle condizioni di lavoro, ma si inserisce in un quadro più ampio di transizione economica e sociale. Le aziende metalmeccaniche italiane, infatti, sono chiamate a confrontarsi con la sfida della sostenibilità e con il cambiamento tecnologico. La riduzione dell’orario di lavoro potrebbe rappresentare una soluzione per coniugare innovazione e benessere sociale.
CCNL PMI e Artigianato
Analoghe richieste da parte dei sindacati sono giunte anche sul tavolo per il rinnovo del Contratto Collettivo delle Piccole Medie Imprese metalmeccaniche firmato con Unionmeccanica Confapi. La proposta di sperimentare le 35 ore settimanali è in piattaforma.
Nel contratto dell’Artigianato, il CCNL Area Meccanica, siglato lo scorso 19 novembre è stato invece previsto un modello che prevede, fermo restando le 40 ore, una settimana corta attraverso turni giornalieri da 9 ore dal lunedì al giovedì.