HomeEvidenzaSpettacolo, Bonus in pagamento non prima di Novembre

Spettacolo, Bonus in pagamento non prima di Novembre

Bene che la platea dei beneficiari del bonus per chi lavora nello spettacolo sia aumentata. Tuttavia, l’indennità di discontinuità destinata ai lavoratori suddetti riserva ancora delle perplessità. Tra queste, il periodo del pagamento.

I nuovi requisiti dell’indennità per lo spettacolo

Introdotta dal decreto legislativo 175 del 30 novembre 2023, l’IDIS è l’indennità di discontinuità riservata ai lavoratori dello spettacolo. Si tratta di un sostegno al reddito per quei periodi di studio o di preparazione necessari per l’allestimento di uno spettacolo, di una performance, di una mostra, ecc. Periodi che fanno parte del lavoro e che sono necessari alla creatività.

Ne sono beneficiari gli operatori con un reddito ai fini IRPEF non superiore a 30.000 euro e che hanno maturato, nell’anno precedente a quello di presentazione della domanda, almeno 51 giornate di contribuzione accreditata al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo.

Nel 2023 sono state presentate 12.187 domande e ne sono state accolte 6.379, quindi circa la metà. Nel 2024, invece, i numeri sono calati: sono state accolte solo 5.260 domande su 9.224 presentate. La Legge di Bilancio 2025 ha rivisto i requisiti dell’indennità IDIS, aumentandone la soglia reddituale e diminuendo le giornate di contribuzione: in questo modo la platea dei beneficiari può aumentare.

Tuttavia, nonostante le novità che facilitano l’accesso all’IDIS nel 2025, ci sono ancora dei nodi da sciogliere.

I nodi da sciogliere

Per presentare domanda di IDIS, i lavoratori dello spettacolo avranno tempo fino al prossimo 30 aprile. Un mese in più rispetto a quanto previsto inizialmente. Tuttavia, le istanze verranno esaminate da settembre, pertanto il pagamento potrebbe arrivare non prima di novembre. Una tempistica particolarmente lunga.

Inoltre, poiché la determinazione dell’importo dell’indennità avviene sulla base del reddito dell’anno precedente, i meccanismi di calcolo sono così complicati che alcuni lavoratori fanno fatica a determinarlo. Anche perché spesso nemmeno gli operatori sono adeguatamente informati.

Secondo gli operatori dello spettacolo, considerare solo il reddito dell’anno precedente è limitante perché non tutte le stagioni sono impegnative allo stesso modo. Inoltre, c’è il problema di chi lavora all’estero: in questo caso, la dichiarazione reddituale non coincide con l’ammontare dei contributi visto che all’estero non vengono versati.

«Per questo motivo – spiega Sabina Di Marco, segretaria nazionale della Cgil Slc con delega per la produzione culturale – bisogna mettere insieme ministero della Cultura, del Lavoro e l’INPS. Abbiamo avuto dal ministro Giuli la disponibilità ad adoperarsi per la convocazione di questo tavolo, l’auspicio è che ci sia a breve una data. Qui si tratta proprio di rivedere l’impianto».

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