Durante la presentazione dell’Indagine congiunturale del settore Metalmeccanica, ieri a Roma, Federmeccanica ha rilasciato dichiarazioni esclusive a TuttoLavoro24.it riportate da tutta la stampa nazionale, che chiariscono la propria posizione sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici.
Due sono le domande poste ai vertici della Federazione degli Industriali:
- se nella loro idea il rinnovo può essere firmato prima di giugno 2025, cioè prima dell’uscita del nuovo indice IPCA NEI, o in un momento successivo;
- se intendono ritirare la “contro-piattaforma” che i Sindacati Fim-Fiom-Uilm considerano l’atto “ostile” che sta bloccando il negoziato da mesi.
Vediamo quali sono le risposte che rivelano esattamente qual è la situazione, all’indomani di una nuova proclamazione di sciopero per marzo.
Franchi: “disponibili a firmare in qualsiasi momento”
Il Direttore Generale Stefano Franchi ha ribadito che gli Industriali sono pronti a firmare l’accordo in qualsiasi momento, senza dover attendere giugno o oltre.
Ecco le sue parole:
“siamo sempre stati pronti a firmare in qualsiasi momento e lo siamo ancora. La nostra proposta è lì a dimostrare questa cosa. Quindi noi, proprio facendo una proposta, seria, di sostanza, che porta importanti benefici alle persone, che guarda il futuro. Noi, da quando l’abbiamo presentata a ottobre e poi l’abbiamo aggiornata il 12 novembre, da quel momento siamo stati sempre pronti a firmare e lo siamo tuttora. Le basi sono quelle e quindi quando arriverà il momento noi ci siamo. Quindi è difficile dire quando questo sarà possibile. Però noi siamo sempre stati pronti e lo siamo tuttora”.
Visentin: “Abbiamo già offerto l’inflazione”
Alla seconda domanda ha risposto il Presidente Federico Visentin che ha voluto puntualizzare alcuni aspetti riguardo alle critiche mosse dai sindacati in questi mesi, rimarcando che che le proposte degli Industriali non mirano a bloccare il tavolo, ma ad arricchire la discussione. Ha inoltre rivelato un punto chiave: “noi abbiamo già offerto l’inflazione”.
Secondo Federmeccanica, l’aumento economico è già certo e nelle mani dei sindacati. Quindi nessun “zero euro” come scritto in alcuni comunicati. Queste dichiarazioni potrebbero cambiare le dinamiche della trattativa? Resta da vedere quale sarà la reazione delle organizzazioni sindacali nei prossimi giorni.
Ecco le parole del Presidente Visentin a TuttoLavoro24.it riportate da tutta la stampa nazionale:
“Intanto smontiamo il fatto che non è vero che noi ci siamo fermati da quando abbiamo presentato la nostra proposta. Quando noi riceviamo una cosa e ci rendiamo conto che contengono degli aspetti non sostenibili delle nostre imprese, non crediamo che ci sia niente di male a fare una proposta dal lato nostro che integri quasi tutto quello che è stato proposto da parte loro ma lo medi e lo declini in maniera sostenibile per le nostre imprese. Questo è quello che abbiamo fatto. Noi non ci siamo fermati lì. Abbiamo avuto un altro incontro 3 settimane fa (11 febbraio, ndr) dove siamo tornati sui punti e abbiamo fatto delle aperture importanti per discutere. Vedete, noi abbiamo un problema che non se ne vuole discutere. Noi abbiamo tantissimi argomenti su cui i sindacati non intendono neanche aprire la negoziazione se non si smonta dal lato nostro il fatto che il nostro contratto detto da loro dovrebbe definire un aumento certo. Noi riconosceremo puntualmente a giugno di ogni anno l’inflazione a consuntivo, che tra l’altro fa riferimento a Patto della fabbrica condiviso già da molti anni con il sindacato confederale e con Confindustria Nazionale. E questo meccanismo, che era in piedi già da due rinnovi, è stato reso strutturale nell’ultimo rinnovo. E quindi ci siamo sentiti solo di riproporlo nel momento in cui non è stato per niente facile per le nostre imprese in una situazione di grandissima difficoltà riconoscere 310 euro di aumento, quando l’ipotesi era di 112 euro di aumento. Ora questa cosa l’abbiamo fatta senza “colpo ferire” senza giudicare, senza discutere“.
“Oggi noi proponiamo esattamente la stessa situazione. Oggi noi siamo accusati – dice il Presidente – di non riaprire: il punto è che si pretende di scrivere nero su bianco che i prossimi 4 anni avranno l’aumento a 280 euro. Questo è il punto. Ma poi forse negoziamo invece di 280 e magari arriviamo a qualcosa di meno. Ma che approccio è?”.
Una proposta concreta è sul tavolo: 173 euro
Insomma da Federmeccanica fanno capire che la copertura inflattiva dei salari, in linea con gli accordi interconfederali, è garantita. E’ previsto proprio nel documento che i sindacati chiamano “contro-piattaforma” dove si parla di 173 euro, su cui non intendono negoziare:

“L’inflazione l’abbiamo già messa nella nostra proposta. Noi stiamo già offrendo qualcosa di certo in più sopra (all’inflazione IPCA NEI, ndr). Anche questo va detto perché altrimenti l’informazione non arriva pulita. Noi chiedono il rinforzo perché si dice non basta l’inflazione vogliamo di più e noi l’abbiamo messo nella nostra proposta oggi l’altra proposta paga di più“.
“Non capiamo perché si alzano i toni proprio in questo periodo – conclude Visentin – . Non capiamo perché si debba accusare. Passi davanti li stiamo facendo in continuazione. E se il presupposto è che non possiamo farla una proposta perché dobbiamo andare solo sui loro argomenti, non è la modalità costruttiva che ci aspettiamo”.
“Se posso aggiungere una cosa te lo dico a proposito della terminologia definizione ‘contropiattaforma’, la nostra è una proposta non ‘contro’ ma una proposta per fare il contratto. Non è una proposta contro qualcuno o contro qualcosa”.