La Manovra 2025 ha introdotto una nuova formula per il taglio del cuneo fiscale, sostituendo il precedente Bonus Meloni. Sebbene l’intento fosse quello di garantire maggiore equità, emergono criticità e malcontento tra i lavoratori. In particolare, NoiPA non ha ancora aggiornato il programma per attribuire il nuovo beneficio. I sindacati firmatari degli accordi con L’ARAN sono irritati e premono per una rapida erogazione entro aprile, con relativi arretrati, per evitare il rischio di penalizzazioni in caso di elezioni.
Nuovo Cuneo Fiscale: come funziona?
La nuova misura si basa sull’imponibile fiscale anziché su quello previdenziale, con cinque fasce di beneficio:
Reddito annuo imponibile fiscale | Beneficio fiscale |
---|---|
Fino a 8.500 € | 7,1% |
8.501 – 15.000 € | 5,3% |
15.001 – 20.000 € | 4,8% |
20.001 – 32.000 € | Detrazione fissa di 1.000 € (83,33€ mensili) |
32.001 – 40.000 € | Detrazione decrescente da 1000 € a 0 € |
L’obiettivo è rendere più stabile il netto mensile, evitando variazioni impreviste, ma i primi effetti mostrano un impatto negativo per chi ha redditi inferiori ai 35.000 euro.
Chi ci guadagna e chi ci perde?
Dalla comparazione tra il 2024 e il 2025 emerge che:
- I redditi sotto i 35.000 euro subiscono una riduzione del beneficio rispetto al Bonus Meloni.
- I lavoratori con imponibile tra 35.001 e 45.000 euro ottengono invece un incremento fino a 1.000 euro annui.

Questi dati evidenziano come il nuovo cuneo fiscale sia più vantaggioso per i redditi medio-alti, penalizzando quelli bassi e medio-bassi.
Un elemento critico è la disparità tra lavoratori pubblici e privati. I dipendenti pubblici hanno ritenute previdenziali più alte (11,15% contro il 9,19% dei privati), determinando un imponibile fiscale più basso e quindi minori benefici dal nuovo sistema.
Pressioni sindacali e rischi per l’erogazione
NoiPA non ha ancora aggiornato i sistemi per riconoscere il nuovo cuneo fiscale. Pertanto nei cedolini paga da gennaio a marzo gli importi del Bonus dovuti al taglio del cuneo fiscale non sono stati erogati. Da qui il diritto agli arretrati.
CISL e altri sindacati autonomi hanno sollecitato il governo affinché l’importo venga riconosciuto ad aprile, poiché un ritardo potrebbe influenzare negativamente i lavoratori in vista delle Elezioni per le RSU di metà aprile (14-15-16 aprile).