Il sistema pensionistico per i militari e le Forze dell’Ordine, polizia e polizia penitenziaria, sta affrontando una fase critica. Se da un lato il pensionamento anticipato a 60 anni sembra un vantaggio rispetto ad altri lavoratori, dall’altro i trattamenti pensionistici rischiano di essere particolarmente bassi. L’introduzione del calcolo contributivo e l’assenza di fondi integrativi stanno generando grande preoccupazione tra i dipendenti del settore.
Il passaggio al sistema contributivo e le sue conseguenze
Attualmente, il sistema pensionistico sta evolvendo verso un modello completamente contributivo, eliminando gradualmente il sistema misto. Questo cambiamento incide negativamente soprattutto sui lavoratori non contrattualizzati, come i membri delle Forze Armate e delle Forze dell’Ordine, che si ritirano dal servizio tra i 60 e i 62 anni.
Il principale problema è che, andando in pensione prima rispetto agli altri lavoratori, accumulano un montante contributivo inferiore. Questo porta a pensioni più basse rispetto al personale contrattualizzato, che ha la possibilità di proseguire la carriera per un periodo più lungo, aumentando i contributi versati.
TFS e TFR: quale differenza e quale conviene?
Una delle peculiarità delle pensioni di militari e forze dell’ordine è il regime di Trattamento di Fine Servizio (TFS), che si distingue dal più diffuso Trattamento di Fine Rapporto (TFR).
I dipendenti pubblici assunti dal 1° gennaio 2001 sono suddivisi in due categorie:
- Contrattualizzati, che rientrano nel regime di TFR e il cui rapporto di lavoro segue il Codice Civile;
- Non contrattualizzati, come militari, magistrati e vigili del fuoco, che rimangono in regime di TFS.
A differenza del TFR, il TFS non consente l’adesione diretta ai fondi pensione integrativi.
Confronto tra TFS e TFR
Caratteristica | TFS (Trattamento di Fine Servizio) | TFR (Trattamento di Fine Rapporto) |
---|---|---|
Destinatari | Dipendenti pubblici non contrattualizzati | Dipendenti pubblici contrattualizzati |
Regolamentazione | Norme pubbliche | Codice Civile |
Accesso ai fondi pensione | Non possibile direttamente | Possibile |
Modalità di calcolo | Più vantaggioso per chi ha carriere lunghe | Più flessibile e immediato |
Erogazione | dopo un anno in caso di vecchiaia, due anni in caso di dimissioni | dopo un anno in caso di vecchiaia, due anni in caso di dimissioni |
Previdenza complementare: una necessità per il futuro
Il Ministro Paolo Zangrillo ha riconosciuto la necessità di intervenire sulla questione delle pensioni delle Forze dell’Ordine. Attualmente, i lavoratori del settore non hanno accesso a forme di previdenza complementare in quanto non possono effettuare la conversione del TFS in TFR.
Esistono fondi pensione specifici per altri comparti della Pubblica Amministrazione, come il Fondo Espero per la scuola e il Perseo-Sirio per i comparti Funzioni Centrali e Locali. Tuttavia, non esiste ancora un fondo pensione specifico per le Forze dell’Ordine e i militari.
Secondo il Ministro, l’introduzione di una forma di previdenza complementare sarà oggetto di negoziazione con le organizzazioni sindacali di categoria. Ciò potrebbe consentire ai lavoratori di integrare i loro assegni pensionistici e affrontare il futuro con maggiore sicurezza economica.
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