Il 27 febbraio è iniziato il confronto tra sindacati e ARAN per il rinnovo del contratto per il personale scolastico relativo al triennio 2022-2024. Si tratta di circa 1,3 milioni di lavoratori tra scuola, ricerca, Università e Afam.
Tra le richieste avanzate da FLC CGIL, una riguarda pure l’estensione della Carta del Docente.
I beneficiari della Carta del Docente
La Carta del Docente è stata introdotta dal Governo Renzi nel 2015 con una funziona precisa, ossia quella di aiutare gli insegnanti negli acquisti ai fini didattici: riviste, libri, ingressi ai musei, biglietti per il teatro, ecc. Insomma, uno strumento da 500 euro volto a comprare beni e servizi per il miglioramento professionale.
Tutti gli insegnanti hanno il diritto e il dovere di formarsi, a prescindere dal loro contratto. Eppure inizialmente la carta era destinata solo agli insegnanti assunti a tempo indeterminato. Ma anche i precari, al pari dei loro colleghi di ruolo, devono formarsi e acquistare il materiale didattico utile alla loro attività.
Per tale motivo, un decreto del 2024 ha esteso il beneficio anche agli insegnanti con contratto di supplenza annuale, quindi al 31 agosto. La decisione è arrivata a seguito di numerose sentenze in favore degli insegnanti con contratto a tempo determinato inizialmente esclusi dalla Carta del Docente. Anzi, alcuni Tribunali si sono espressi favorevolmente anche nei confronti dei supplenti brevi e saltuari. Ma ad oggi questi rimangono esclusi dalla fruizione della misura.
In sede di rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca 2022-2024, i sindacati sono tornati sulla questione.
Estensione agli ATA e pagamento in busta paga
Attribuire il beneficio della Carta Docente a tutto il personale, compresi:
- i docenti con contratto a tempo determinato;
- il personale educativo;
- il personale ATA.
È questa la richiesta di FLC CGIL per realizzare la piena equiparazione dei diritti tra il personale precario e quello a tempo indeterminato. Non solo. Il sindacato ritiene opportuno che a beneficiare dei 500 euro caricati sulla Carta del Docente siano non solo i docenti nel senso stretto del termine, ma anche gli educatori e gli ATA.
Anche loro infatti hanno il diritto e il dovere di formarsi continuamente e “non è giusto che lo facciano a spese proprie“, ha precisato Elvira Serafini, segretario generale dello Snals Confsal.
Pure la GILDA degli Insegnanti ha proposto una modifica alla Carta del Docente, avanzando l’idea che questa possa essere inserita direttamente nella busta paga. Così facendo sarebbe trasformata in un incremento fisso della retribuzione e garantirebbe una maggiore stabilità economica.