Il 24 marzo 2024 sono stati erogato gli arretrati del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per le Funzioni Centrali, firmato definitivamente il 27 gennaio 2024. Gli arretrati sono stati calcolati, togliendo dalle somme stanziate, gli anticipi erogati a titolo di indennità vacanza contrattuale e acconto del contratto, previsto dal Decreto Anticipi di ottobre 2023.
Arretrati: nel dicembre 2023 anticipato un anno di aumenti, e chi è andato in pensione prima?
Il Decreto Anticipi, approvato dal Governo nell’ottobre 2023, prevedeva l’erogazione di somme a titolo di anticipo sugli aumenti contrattuali per i dipendenti pubblici. Tuttavia, con la firma definitiva del rinnovo contrattuale, si è creata una discrepanza tra gli importi effettivamente dovuti e quelli già erogati. Il risultato? I dipendenti che sono andati in pensione fino a tutto ottobre del 2024, anziché percepire Arretrati, dovranno restituire somme considerevoli, come evidenziato nella tabella sottostante:

Per esempio, un funzionario di fascia 7 in quiescenza da gennaio 2024 dovrà restituire ben 1.416,08 euro.
La cifra diminuisce progressivamente per chi è andato in pensione nei mesi successivi, fino ad annullarsi o diventare positiva a partire dall’autunno.
Arretrati: un errore di pianificazione?
Un aspetto criticabile di questa vicenda è che il Governo, nel prevedere l’anticipo di un’intera annualità, non ha valutato adeguatamente le conseguenze per i dipendenti prossimi alla pensione. Questa decisione, probabilmente presa con l’intento di dare un sollievo economico immediato ai lavoratori, nel lungo periodo, si è rivelata un errore di pianificazione, creando un forte disagio per migliaia di dipendenti pubblici che ora si trovano a dover restituire somme elevate senza averne avuto un’adeguata previsione.
Ad aprile le prime lettere con invito a restituire
Non appena NoiPA riaprirà le linee, il 7 aprile prossimo, saranno trasmessi a tutte le Ragionerie Territoriali dello Stato e agli uffici centrali gli elenchi del personale che, invece di maturare un credito, ha maturato un debito per il quale si dovrà necessariamente provvedere al recupero.
Durante le trattative per il rinnovo del CCNL il tema del recupero dell’anticipo del contratto non è stato neppure preso in considerazione anche se si tratta di un problema che potrebbe avere risvolti sociali non piacevoli.
Il presidente dell’ARAN, Antonio Naddeo, su Linkedin, a cui è stata fatta una domanda sull’argomento ha dichiarato che:
“Era un acconto stipendiale pagato per l’intero anno in un’unica soluzione, stabilito da una norma. Se un dipendente ha lavorato solo parte dell’anno, non ha diritto ad avere l’intero acconto. Le disposizioni applicative sono state stabilite dalla legge e dal MEF. Il contratto non poteva disporre nulla”.