Dal 1° gennaio 2027, l’adeguamento automatico dei requisiti pensionistici alla speranza di vita potrebbe lasciare senza reddito e senza contribuzione oltre 44.000 lavoratori. Si tratta di persone che hanno aderito, negli ultimi anni, a misure di uscita anticipata dal lavoro, come l’isopensione, il contratto di espansione e i fondi di solidarietà bilaterali.
L’analisi dell’Osservatorio Previdenza della Cgil nazionale evidenzia il rischio concreto per questi ex lavoratori di trovarsi per tre mesi senza alcuna copertura economica .
Cosa cambia dal 2027?
L’adeguamento pensionistico prevede un incremento di tre mesi dei requisiti per la pensione. Dal 2027:
- La pensione di vecchiaia passerà da 67 a 67 anni e 3 mesi.
- La pensione anticipata richiederà 43 anni e 1 mese di contributi (42 anni e 1 mese per le donne).
Questa modifica colpirà chi ha lasciato il lavoro con strumenti di accompagnamento basati sulle regole precedenti. Gli accordi firmati non prevedono aggiornamenti automatici, creando di fatto un vuoto reddituale di tre mesi. Tre mesi in cui non percepiranno né l’assegno dell’anticipo pensionistico né la pensione.
Chi sono i nuovi esodati?
L’analisi della Cgil mostra che saranno colpiti tre gruppi principali di lavoratori:
1. Isopensione: 19.200 lavoratori a rischio. L’isopensione (art. 4, L. 92/2012) permette ai lavoratori di lasciare il lavoro fino a 7 anni prima della pensione, con un assegno pagato dall’azienda. Tra il 2020 e il 2024, 24.000 persone hanno aderito a questa misura, di cui 19.200 potrebbero trovarsi scoperti tra il 2027 e il 2029.
2. Contratto di espansione: 4.000 lavoratori a rischio. Questo strumento (art. 41, D.lgs. 148/2015) consentiva uscite anticipate fino a 5 anni, con un assegno parzialmente coperto dallo Stato. Il contratto di espansione è stato interrotto nel 2024. Tra il 2022 e il 2023, 5.000 lavoratori lo hanno utilizzato, di cui 4.000 rischiano tre mesi senza reddito .
3. Fondi di solidarietà bilaterali: 21.000 lavoratori a rischio. Questi fondi, attivi in alcuni settori come quello bancario, offrono un assegno fino a 5 anni prima della pensione. Tra il 2022 e il 2024, 30.000 lavoratori ne hanno beneficiato. Si stima che 21.000 di loro saranno coinvolti dall’aumento dei requisiti .
L’urgenza di un intervento governativo
Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Cgil, sottolinea che se il Governo non interverrà, queste 44.200 persone rimarranno senza assegno, senza contributi e senza tutele. L’adeguamento dei requisiti pensionistici, senza un correttivo per chi ha già lasciato il lavoro, rischia di creare nuovi esodati senza tutele.
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