La disoccupazione agricola rappresenta un sostegno fondamentale per migliaia di lavoratori stagionali. I pagamenti sono in corso proprio in queste settimane. Tuttavia, la velocità di erogazione varia sensibilmente a livello territoriale, creando disagi per molti beneficiari.
Chi sono i beneficiari della disoccupazione agricola e come funziona il pagamento
La disoccupazione agricola spetta ai lavoratori agricoli che:
- Hanno svolto almeno 102 giornate nel biennio di riferimento;
- Sono iscritti negli elenchi agricoli INPS;
- Hanno contribuzione regolare e anzianità di almeno 2 anni nel settore.
Le domande presentate entro il 31 marzo vengono lavorate entro 115 giorni, con i primi pagamenti verso inizio giugno. Quest’anno, per esempio, sono partiti tra l’11 e il 13 giugno.
Tuttavia, l’INPS attribuisce un ruolo centrale alle singole sedi territoriali, e variazioni possono allungare i tempi. Per questo motivo, non in tutte le province i ritmi del pagamento sono uguali.
Perché ci sono ritardi in alcune province
I ritardi non significano assenza di pagamento, ma decorrenza più lenta delle pratiche. Le principali cause di ritardo nel pagamento della disoccupazione agricola includono:
- Carenza di personale negli uffici provinciali;
- Picchi di domande in alcune aree ad alta stagionalità;
- Ulteriori verifiche su dati contributivi, anagrafici o bancari;
- Blocchi temporanei dovuti a errori nei dati (IBAN, codici fiscali).
È quindi normale assistere a differenze nei tempi di accredito da provincia a provincia, senza che il pagamento sia stato annullato. In alcune zone si sono verificati dei ritardi più importanti.
Disoccupazione agricola, elenco delle province in ritardo
I pagamenti della disoccupazione agricola non sono già decollati in tutte le province. I braccianti lamentano rallentamenti specialmente nelle seguenti province:
- Bari,
- Taranto,
- Foggia,
- Bat,
- Potenza,
- Cosenza,
- Ragusa,
- Teramo,
- Aosta,
- Asti.
In Basilicata, per esempio, segnalazioni sono giunte dal sindacato SIFUS, il quale ha denunciato ritardi ingiustificati per migliaia di beneficiari, chiamando l’INPS a spiegazioni urgenti. Anche la Puglia non se la passa meglio, con molti braccianti ancora in attesa del pagamento. Nonostante qui la situazione abbia iniziato a sbloccarsi nei giorni scorsi. In molte altre sedi l’accredito è quindi atteso a fine giugno o addirittura luglio.
Attenzione, ciò non significa che nelle province elencate nessuno abbia ricevuto il pagamento: vuol dire solo che si registrano più ritardi rispetto che in altre città.